La stagione 2010-11 del Teatro delle Passioni di Modena presentata oggi si contraddistingue ancora una volta per lo sguardo attento e curioso a quanto di meglio traccia la scena contemporanea italiana. Segnate dalla complementarietà con quelle del Teatro Storchi, le proposte artistiche del Teatro delle Passioni lo connotano sempre più, stagione dopo stagione, palcoscenico privilegiato di lavori che hanno tracciato la storia recente della scena teatrale italiana ed europea.  

E’ infatti nella direzione della programmazione europea che nel cartellone si disegnano le lunghe teniture che lo stabile modenese propone sul palco delle Passioni.

Una programmazione che nasce con un’attenzione costante verso il pubblico, nello sforzo di presentare degli spettacoli che non devono essere considerati un prodotto di consumo, ma qualcosa di molto diverso, ovvero un prodotto che possa essere accolto dal pubblico in modo consapevole, che entri in relazione con il pubblico che lo accompagni in un percorso di formazione e crescita.

“Noi crediamo – ha dichiarato Pietro Valenti, direttore di Emilia Romagna Teatro – che il Teatro delle Passioni sia uno spazio importante che permette di presentare spettacoli contemporanei che altrimenti non troverebbero spazio, un teatro dove si costruisce un pubblico. Questo sforzo ha prodotto nel tempo dei risultati positivi registrando un continuo incremento di pubblico, soprattutto per ciò che riguarda le presenze giovanili, e il nostro lavoro andrà sempre in questa direzione”.

Saranno tre le nuove produzioni di Emilia Romagna Teatro, ad ulteriore conferma dell’impegno costante della Fondazione a favore del teatro contemporaneo e delle giovani compagnie. Nel segno di queste ultime ecco infatti la Compagnia Menoventi, gruppo formato da tre ragazzi dalle origini e dal percorso artistico eterogeneo a portare in scena Invisibilmente dal contenuto fortemente drammatico: il senso dell’oppressione, dell’essere continuamente tenuti sotto controllo e la necessità di sfuggire a questa situazione. A seguire, ogni sera, In Festa, spettacolo surreale, che trae ispirazione sia dal teatro di Ionesco come anche dal tratto pittorico del metafisico De Chirico; un lavoro aperto che indaga la sensazione indefinibile del vuoto, che parte quasi sospeso in una dimensione rarefatta, per poi accelerare e svilupparsi nel momento di un momento ludico, in Festa, appunto. In scena dal 4 al 17 novembre.

Saranno due giovani ma già affermati artisti come Monica Conti e Marco Plini i registi di Le Mutande e Freddo nuove produzioni di Emilia Romagna Teatro i cui debutti abiteranno il palco del Teatro delle Passioni nei mesi di gennaio e di marzo del 2011.

Le mutande registra il precedente illustre di un debutto che avvenne sempre nella città di Modena nel 1968, sul palco del Teatro Comunale, per la regia di Luca Ronconi. Ecco quindi a 40 anni di distanza riproposto un lavoro del drammaturgo tedesco Carl Sternheim, uno dei maggiori drammaturghi tedeschi del secolo scorso accanto a Brecht. In questo testo si rivela infatti una critica pungente e corrosiva della società tedesca di allora, in cui le regole della morale sono dettate dall’ascesa sociale fondata sul denaro. Un piccolo classico assolutamente contemporaneo. Lo spettacolo sarà in cartellone dall’11 al 30 gennaio.

Freddo, in cartellone dal 1° al 24 Marzo, del drammaturgo svedese Lars Norén, con la regia di Marco Pini, opera nel segno di una pregnante attualità. Il lavoro affronta i temi della xenofobia e del razzismo, temi che segnano le cronache quotidiane. Norén deriva lo spunto della scrittura a seguito di un’esperienza personale: un periodo di insegnamento all’interno della case di reclusione svedesi. Attento osservatore della realtà contemporanea, Freddo porta alla luce una violenza nascosta, ai limiti della società, spesso inaspettata e difficile da contenere.

Ritroviamo sul palco del Teatro delle Passioni un interprete intenso come Vittorio Franceschi che è stato protagonista del fortunato ‘Finale di partita’ di Massimo Castri ora in tournèe, in A corpo morto, in scena dal 23 al 27 novembre, lavoro di cui è autore e interprete sotto la direzione di Sciaccaluga. Cinque racconti sull’esistenza umana che si congiungono in quello che è un confronto inevitabile con l’unica esperienza che l’uomo non potrà mai raccontare, ciò che Franceschi chiama ‘mistero paura, sberleffo oblio..il tutto o il nulla’. Cinque scene attinte dalla vita quotidiana, riflettono, attraverso un dialogo rivolto alla madre, al figlio, alla fidanzata, al marito di tutta una vita, o a un compagno di strada, sul significato della morte. Dopo la Compagnia Menoventi ecco un’altra giovane formazione, Quotidiana.com con lo spettacolo Tragedia tutta esteriore per due sere sul palco delle Passioni. Un teatro che appare aggressivo e provocatorio perché si propone di portare in scena ciò che vi è di più sconveniente nella realtà. In un gioco senza regole, un uomo e una donna si mettono a nudo in un continuo rimbalzo di battute surreali in cui si riflette la tragedia di un mondo incapace di comunicare. Dal 16 al 18 dicembre, torna al Teatro delle Passioni un artista molto amato dal pubblico modenese e non solo il regista e attore argentino César Brie, con Albero senza ombra, un nuovo lavoro prodotto da Fondazione Pontedera Teatro.

La sensibilità umana e l’impegno civile che è una cifra dominante nel teatro di Brie, ci trasporta nello scenario della giungla boliviana dove l’11 Settembre 2008 si è consumato il massacro dei contadini. Un massacro che non ha trovato riparo nell’albero della castagna boliviano evocato nel titolo.

Di tutt’altro segno è invece Red, in scena dal 10 al 12 Febbraio, un lavoro intenso ispirato alla biografia del pittore americano Mark Rothko su un testo di John Logan, per la regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia. Lo spettacolo racconta la vita del pittore americano con l’intento di trasmetterne l’esperienza umana ed artistica. Inedito in Italia, è già diventato “un caso” negli Stati Uniti.

Un tuffo nella storia del nostro Paese nell’anno che celebre i 150 anni dall’Unità d’Italia. Sono due i lavori diretti da Marco Baliani Piazza d’Italia, dal 14 al 16 Febbraio, e La Repubblica di un solo giorno, 17 e 18 Febbraio; produzioni del Teatro di Roma promosse all’interno del progetto “Fratelli di Storia”.

Piazza d’Italia, tratta dal romanzo omonimo di Antonio Tabucchi, è la storia di un borgo dell’alta toscana e dei suoi abitanti nell’arco storico che va dall’Unità d’Italia ai primi anni sessanta. La vita degli abitanti del paese, e gli intrecci con la più grande storia d’Italia, prendono corpo e si rianimano non nella loro realtà temporale, ma nella nostra memoria. Anche la musica che segna ogni cambio generazionale, ogni passaggio di epoca, viene rivisitata attraverso la memoria.

La Repubblica di un solo giorno, invece, rievoca un episodio appassionante della Storia del nostro Paese, la Repubblica Romana del 1849, con personaggi come Mazzini e Mameli, Garibaldi e Anita, il Papa e i Borboni. Une Repubblica che nello spazio di un solo giorno produsse una Costituzione di sorprendente modernità, base di molte altre successive, compresa quella attualmente in vigore.

Chiude la stagione un altro lavoro che ci porta nel nostro passato, questa volta però attraverso la lente personale dell’autobiografia: Terra Matta, del siciliano Vincenzo Pirrotta che ne firma l’adattamento del testo, regia ed impianto scenico, racconta le peripezie, le furbizie e gli esasperati sotterfugi di Vincenzo Rabito, nato in Sicilia nel 1899, la cui autobiografia è stata recentemente pubblicata dalla casa Editrice Einaudi. Un diario scritto da un uomo quasi analfabeta che ha dovuto lottare tutta la vita per affrancarsi dalla miseria, per sopravvivere alle due guerre mondiali, che dipinge con estremo realismo la sua terra, gli abitanti che la vivono e la storia che ha attraversato.

Teatro delle Passioni Via Carlo Sigonio 382 Modena. Informazioni e approfondimenti sul sito www.emiliaromagnateatro.com