I punti di crisi costituiti dal pomodoro da industria e dall’allevamento ovino, che saranno oggetto nei prossimi giorni di iniziative da parte dell’Organizzazione e di confronto ai tavoli istituzionali, sono stati al centro della Giunta nazionale della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, che si è riunita stamattina a Reggio Emilia nella sede provinciale della stessa associazione, in Viale Trento Trieste. In serata, infatti, tre dei membri della Giunta (in primo luogo il presidente Giuseppe Politi) erano impegnati in iniziative nell’ambito di FestaReggio-Festa Nazionale Agricoltura del PD, e questo ha consentito di convocare il massimo organismo esecutivo della Cia presso la struttura territoriale reggiana, dove il presidente provinciale Ivan Bertolini ha fatto gli onori di casa.
Per quanto riguarda i temi affrontati nella riunione di Giunta, la crisi del pomodoro (che nella Bassa reggiana interessa numerose aziende per una superficie dedicata a questa produzione di 770 ettari ed un valore che lo scorso anno ha raggiunto 4.650.000 Euro), il problema è costituito dal fatto che in diversi casi l’industria non sta rispettando condizioni e prezzi per il ritiro del prodotto in campagna, cercando di indurre i produttori ad accettare prezzi minori a quelli stabiliti nell’accordo d’area (che riguarda nel nostro caso il Nord Italia).
La Cia ritiene che gli accordi sottoscritti debbano essere rispettati anche imponendo sanzioni nei confronti delle industrie inadempienti (va precisato che le situazioni denunciate dalla Cia riguardano in maniera particolare il Centro-Sud e la Toscana).
Un problema di remunerazione investe anche (in particolare) il latte ovino, dove quello che va all’industria di trasformazione è pagato a livelli che non consentono di coprire i costi produttivi. Nel territorio reggiano l’allevamento ovicaprino si concentra principalmente nella montagna, la presenza supera i 6.500 capi ovini e sfiora i 5.000 caprini, per un volume di affari che sommando latte e carne, si avvicina al milione di Euro.