Oggi al Parlamento europeo di Strasburgo, fra mille polemiche, è passata a maggioranza assoluta la direttiva che regolamenta la sperimentazione animale e che in queste settimane è stata oggetto di un vivace dibattito e numerose critiche da parte degli animalisti.

Disattesa la richiesta di 40 deputati, tra cui l’eurodeputato Udc-Ppe Tiziano Motti, di rinviare il testo in Commissione parlamentare per un riesame al fine di garantire una migliore tutela degli animali.

«Prima di scegliere la posizione con cui ho deciso di affrontare il voto – dichiara l’onorevole Motti – mi sono calato nella condizione di sostenitore della ricerca scientifica, quale sono, nella quale l’industria del farmaco investe ingenti capitali e che a sua volta ha necessità di particolare tutela. Tuttavia, come in tutte le scelte umane, è l’equilibrio che deve prevalere. In questo caso esiste un forte sbilanciamento a danno degli animali (e tra questi, anche a sfavore di quegli animali che sono più vicini a noi), ai quali la nuova direttiva che sarà votata domani a Strasburgo “amplia” la soglia di dolore accettabile nell’ambito della sperimentazione da “lieve” a “moderata”».

«Una direttiva – spiega l’eurodeputato – che permetterà la sperimentazione su cani e gatti randagi (articolo 11), lasciando alla libera facoltà dei ricercatori l’eventuale sperimentazione senza anestesia o senza la somministrazione di antidolorifici ad animali sofferenti (articolo 14); che permetterà di riutilizzare più volte lo stesso animale, anche in procedure che gli provocano dolore, angoscia e sofferenze (articolo 16) e di tenere in isolamento totale per lunghi periodi animali socievoli come cani e primati; di praticare l’apertura del torace senza somministrare analgesici e la sperimentazione su animali vivi a scopi didattici (articolo 5)».

«La Direttiva europea che il Parlamento ha votato favorevolmente, rappresenta un grave passo indietro a cui tutti gli Stati membri sarebbero poi obbligati ad adeguare le normative nazionali, e poiché la situazione attuale non grava negativamente sulla ricerca scientifica se non in termini di maggiore disagio economico, ritengo che una revisione maggiormente favorevole al mondo animale sarebbe stato lo specchio di una società civile» conclude Motti.