Secondo l’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze, per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna, il trimestre giugno-agosto si è chiuso in passivo, vanificando le aspettative di recupero del settore. Sicuramente l’estate 2010 verrà archiviata anche come un altro anno di difficoltà per i fatturati delle imprese.

La principale causa del rallentamento è stata ancora una volta la debolezza della domanda, anche se i flussi stranieri hanno evidenziato un maggior dinamismo, in particolare nelle aree dell’Appennino e Verde e sulla Costa Adriatica. Tale trend è stato determinato sia delle avverse condizioni meteorologiche di inizio stagione, che dal perdurare della crisi economica che ha ridotto la capacità di spesa delle famiglie e la loro propensione al consumo. L’altro aspetto da sottolineare, che si aggiunge ad uno scenario non semplice, è la forte competizione sulle tariffe del ricettivo. Gli effetti più evidenti della stagione appena trascorsa sono stati, da una parte, un’elevata incidenza del movimento turistico del weekend, dall’altra, una diminuzione della permanenza media degli ospiti e una diminuzione dei consumi turistici.

In base alle indicazioni fornite dagli 858 imprenditori intervistati del settore ricettivo, la flessione stimata delle presenze è del –2,3%. Il calo maggiore è stato percepito nel settore alberghiero (-2,9%), mentre l’extralberghiero dovrebbe limitare il calo al -0,8%: da questo comparto è giunto il maggior numero di segnalazioni di aumento della clientela italiana.

Nel panorama regionale il calo più evidente è stato registrato nelle aree del Termale e benessere (-4,3%). Le strutture della Costa Adriatica lamentano una diminuzione del -3,1%, soprattutto per la flessione della domanda italiana. Anche per le Città d’arte si stima un calo di presenze (-2,2%), con una contrazione dei turisti stranieri. Le aree dell’Appennino e Verde segnano un calo più contenuto (-1,5%), grazie ad un incremento del turismo estero.

Complessivamente nel trimestre estivo è diminuita la domanda italiana e in qualche caso si è verificato un leggero aumento di alcuni segmenti estero, anche se non sono stati sufficienti a compensare la flessione dei flussi tedeschi, spagnoli, austriaci, britannici, statunitensi, giapponesi e canadesi. Le nazionalità segnalate in aumento sono: russi, svizzeri, belgi, francesi, olandesi, scandinavi e i turisti provenienti dai Paesi dell’Est.

In rapporto al tasso di occupazione registrato dalle strutture ricettive nel corso della stagione estiva, si segnala una media regionale pari al 51,9%. Il valore sale al 62% per le strutture alberghiere e scende al 40,4% per l’extralberghiero. Per effetto della stagionalità, il tasso di occupazione maggiore è stato registrato dalle strutture della Costa Adriatica (67,9%), a differenza di quelle delle Città d’arte dove si è registrato il valore più basso (39,2%).

Un’importante annotazione riguarda la redditività delle aziende turistiche, che secondo la percezione degli intervistati ha segnato un decremento di fatturato del 7,7% (oltre la metà del campione segnala una flessione). Una caduta più evidente è stata registrata dagli operatori della Costa Adriatica (-8,6%) e delle Terme e benessere (-9,1%). Per le imprese delle Città d’arte e dell’Appennino e Verde si stima una flessione rispettivamente del -6,4% e del -4,5%.

Scarso ottimismo anche sulle previsioni del mese di settembre 2010: in base alle prenotazioni già acquisite si stima una diminuzione del -2,2%. Per l’alberghiero la variazione attesa sale al -3%, mentre nell’extralberghiero si attesta al -1,3%.

Tra le tipologie turistiche con le aspettative migliori segnaliamo l’Appennino e Verde (+0,8%) e le Città d’arte (-0,5%). Le Costa Adriatica segna il -3,2%, mentre le Terme e benessere continuano a mostrare valori negativi, con una variazione attesa del -5,6%.

“Dai risultati della nostra indagine emerge anche quest’anno un calo dei fatturati e della redditività delle nostre imprese ricettive – afferma Claudio Della Pasqua, Presidente regionale Asshotel Confesercenti – Se da un lato gli operatori s’impegnano a mantenere inalterati i prezzi ed a effettuare offerte convenienti per venire incontro alla clientela, dall’altro subiscono un continuo aumento dei costi di gestione dell’attività, per di più in questo particolare momento di crisi economica. Occorre a tutti i livelli – prosegue Della Pasqua – una maggiore attenzione ai problemi delle piccole medie imprese turistiche, occorre incrementare gli investimenti in questo settore che, non dimentichiamo, produce una quota di PIL molto maggiore rispetto alla scarsità di risorse ad esso dedicate. In questo ambito si nota l’assenza di una strategia turistica nazionale e i relativi interventi, che sarebbero necessari se vogliamo intercettare almeno una quota di quell’incremento del movimento turistico mondiale (+ 7%) rilevato quest’anno dall’ Omt”.

“Anche se sul risultato della stagione turistica di quest’anno hanno pesato non poco alcuni fattori congiunturali – sostiene Stefano Bollettinari Direttore Confesercenti Emilia Romagna – è evidente che il sistema turistico dell’Emilia-Romagna se non vuol perdere competitività, si deve concentrare di più su alcuni fattori infrastrutturali come la qualità del territorio, la salvaguardia dell’ambiente, la riqualificazione di una parte delle strutture ricettive, la viabilità, i trasporti e la raggiungibilità delle destinazioni, unitamente ad una più stretta integrazione tra i vari prodotti ed eccellenze turistiche e con un potenziamento della promo commercializzazione attraverso internet; tutti fattori essenziali per conquistare nuove quote di domanda turistica”.