“Domani, 15 settembre 2010, ricorre il quarto anniversario dalla scomparsa di Oriana Fallaci, la migliore penna della nostra storia contemporanea: un vero e proprio faro illuminante e anticipatore. La sua anima è volata in cielo, il suo messaggio è rimasto indelebile su questa terra. Ed è anche per renderlo ancora più visibile che a breve prenderanno il via una serie di iniziative volte a ricordare una figura unica nella sua straordinarietà. Ma anche per diffondere e sostenere le battaglie per le quali ha dedicato la sua stessa vita”. Così il Consigliere regionale del PDL Enrico Aimi che annuncia l’intenzione di “dare vita ad un premio letterario dedicato ai giovani e alla miglior tesina che verrà realizzata dagli studenti modenesi su Oriana Fallaci e sulle tematiche di strettissima attualità per le quali ha combattuto una personalissima, quanto encomiabile e condivisibile, battaglia. Ma non solo – ha sottolineato – a nome del PDL modenese intendo avviare anche altre iniziative, tra le quali la creazione di un centro studi in suo onore, proprio qui a Modena: una realtà dove ancora molte persone non hanno percepito i messaggi lanciati dalla scrittrice – o scrittore, come preferiva essere chiamata – soprattutto in tema di rapporto tra Occidente e Islam.

Fu infatti la Fallaci, è giusto ricordarlo, a poche ore dal terribile attentato alle Twin Towers, unica e per prima, a percepire con forza il dovere di riflettere su quanto stava accadendo intorno a lei e nel mondo, sentendo l’urgenza di scriverne, dando inizio a un dibattito senza precedenti in Italia e all’estero. Un successo clamoroso che partiva dalla ferita all’orgoglio che l’attacco alle Torri Gemelle ha inferto al pavido, spossato mondo occidentale, e che rimarca senza mezzi termini l’ottusità del fanatismo islamico e l’impossibilità di una convivenza serena, richiamando la coscienza dei lettori a ricucire l’orgoglio ferito con la rabbia e la razionalità. Un vero e proprio j’accuse, soprattutto verso l’ Occidente dal ventre molle e incapace di difendere con orgoglio cultura e identita’ . Senza dimenticare la sua inconfondibile e spontanea unicità, il suo desiderio di rimanere, nonostante l’età, sempre lontana da ogni schema del politically correct: «Apro la mia boccaccia – diceva – E dico quello che mi pare». Quindi – ha concluso Aimi – con parecchia umiltà desidero dare in prima persona il mio personale contributo affinché si levi quella sorta di alone ombroso che certa cosiddetta “intellighenzia” di sinistra ha voluto mettere sui suoi scritti e sulle sue grida d’allarme immediatamente dopo la sua scomparsa”.