Una misura “necessaria e dovuta di verifica della disponibilità, già annunciata e già adottata da altri Atenei, volta a garantire almeno i livelli essenziali dell’offerta formativa programmata”, che non deve comunque “essere intesa come un ultimatum”: è il contenuto della lettera inviata oggi dal Rettore dell’Università di Bologna, Ivano Dionigi, a tutti i ricercatori dell’Alma Mater, dopo la decisione presa ieri all’unanimità dal senato accademico di sostuire i ricercatori che sceglierannmo di aderire alla protesta anti-Gelmini con docenti a contratto.

Il testo della lettera:

A tutti i Ricercatori dell’Ateneo

Care Colleghe e Colleghi,

proprio nei giorni del vostro massimo impegno per una causa di cui ho sempre compreso e affermato pubblicamente le ragioni, mi rivolgo a voi direttamente, senza filtri mediatici o burocratici.

Il Senato Accademico di ieri – oltre a programmare per l’inizio di ottobre una giornata di riflessione sulla ricerca e sullo status dei Ricercatori – ha riaffermato la propria concreta attenzione nei vostri confronti attraverso misure (chiamate di Ricercatori idonei e futuri bandi da associato) già preannunciate lo scorso 20 luglio e rese possibili dalla riconosciuta “virtuosa” situazione di bilancio raggiunta anche grazie alla vostra costante e generosa disponibilità. Tali misure, infatti, sono il segno tangibile di una unità di intenti che a Bologna, più che altrove, ha sancito il nostro comune impegno per comuni obiettivi: la difesa dell’Università come bene pubblico (sottoposta a troppi, sovente immotivati, attacchi e a una costante riduzione di finanziamenti) e la richiesta di una riforma reale del sistema universitario sostenuta da adeguate risorse.

Congiuntamente, il Senato Accademico ha adottato, con unanime consenso, una misura necessaria e dovuta di verifica della disponibilità, già annunciata e già adottata da altri Atenei, volta a garantire almeno i livelli essenziali dell’offerta formativa programmata. Tale misura non deve essere intesa come un ultimatum: né nei tempi, perché è chiaro a tutti, a cominciare dai Presidi, che la ricostruzione del quadro informativo sull’intero Ateneo richiederà tempo, almeno fino ai primi giorni della settimana prossima, dopo le scadenze che attendono i Ricercatori sia a livello nazionale, sia a livello locale; né nei modi, perché il Senato Accademico che ho intenzione di convocare per la prossima settimana deve ancora analizzare gli scenari e decidere quali soluzioni conseguenti adottare.

In nessun modo la semplice richiesta di verificare le condizioni che consentono di ottemperare a obblighi di legge può essere intesa – come si vuole far credere, secondo una logica che non mi appartiene – quale rottura di un dialogo che impegna tutta la comunità universitaria dell’Alma Mater e di cui io mi sono fatto e continuo a farmi garante, in sede locale e nazionale. Credo che a nessuno di noi sfugga la distinzione tra il piano degli adempimenti istituzionali e il piano politico della questione.

Ribadisco la disponibilità mia personale e del Senato Accademico alla ricerca di soluzioni possibilmente condivise, che contemperino le ragioni dei Ricercatori con il rispetto dei nostri obblighi verso la società e gli studenti.

Vi saluto con la più viva cordialità e vi auguro buon lavoro.

Ivano Dionigi