Continuando una collaborazione proficua e stimolante con i Teatri di Reggio Emilia, il Festival Verdi offre la possibilità di assistere a due eccezionali spettacoli allestiti a Reggio Emilia, Conversazioni con Chomsky (Teatro Cavallerizza 7 ottobre 2010, ore 20.30) e Kontakthof (Teatro Valli, 8, 9 ottobre 2010, ore 20.00) segno dell’attenzione consueta e rinnovata del Festival Verdi per le forme più aggiornate del palcoscenico internazionale.

Conversazioni con Chomsky, talk opera in un atto, in programma in prima assoluta al Teatro Cavallerizza, il  7 ottobre 2010, ore 20.30, è una singolare elaborazione drammaturgica che unisce opera musicale, documentario giornalistico e talkshow televisivo. Uno spettacolo, commissionato dalla Fondazione ITeatri, che entra nel cuore delle dinamiche culturali del nostro tempo, dialogando con uno dei pensatori più discussi e citati del Novecento, Noam Chomsky, docente di Linguistica al Massachusetts Institute of Technology, conosciuto in tutto il mondo oltre che per il fondamentale lavoro scientifico, per gli scritti su politica, mercato globale e mass-media. Emanuele Casale ha composto un’amorevole rapsodia che naviga attraver¬so le parole di Chomsky profuse nei diversi media (libri, articoli, pamphlets, interviste, conferenze, dibattiti radiotelevisi), eseguita da Icarus Ensemble – MDI Ensemble con Yoichi Sugiyama, direttore. Alla stesura del testo ha collaborato Roberto Fabbi. La regia è affidata a Francesco Micheli. Il luogo d’azione non è più l’Accademia platonica ma un talk show, un dibat¬tito televisivo restituito in scena non per come si svolge realmente sotto i nostri occhi ma nella sua versione ideale, metafisica. Da quel luogo si dipartono i contributi esterni per la trasmissione: brandelli di realtà che invadono la patinata rarefazione dello studio con le loro urgenze. Un piccolo plotone di studenti, ricercatori, scienziati si affaccia alle finestre aperte dal desktop televisivo per mostrarci la molteplice ricaduta del lavoro di Chomsky sulla società contemporanea e per ricordarci la matrice profon¬damente filantropica di quel pensiero.

Al centro dell’attenzione ci sono tre attori: Edoardo Ribatto presta la propria energia leonina a un Chomsky degli inizi, ovvero ci mostra quella freschezza disarmante e vitale che caratterizza il pensatore americano ancora adesso. Come un gladiatore dei tempi moderni, il protagonista è lanciato nella scena televisiva il cui spazio Angelo Linzalata ha ricostruito nei suoi meccanismi strutturali. Suoi antagonisti sono tre esemplari tipici di quell’habitat artificiale: c’è Maria Pilar Pérez Aspa, a incarnare la fascinosa signora dell’etere, modello Oprah Winfrey, non una semplice presentatrice ma un vera e propria opinion-maker. Massimo Vinti è un economista, il volto dell’ottimismo, perfetto per rassicurare il pubblico sulla bontà dello status quo dall’alto della sua presunta competenza. Infine il video, nelle mani di Luca Scarzella vera e propria reincarna¬zione di Giano bifronte: da un lato mezzo inarrivabile di conoscenza, dall’altro arma micidiale di mistificazione. Un’opera nel suo valore più profondo: le parti recitate assolvono alla funzio¬ne narrativa dei recitativi secchi dell’opera antica; laddove l’azione comincia ad addensarsi l’orchestra subentra a creare zone di maggior temperatura emotiva, con Cristina Zavalloni, ammantata nei costumi pen¬sati da Monica Salsi, a commentare in maniera analogica e suggesti¬va i concetti che vengono esposti nella scena corrispondente. Esattamente come Platone fa con l’utilizzo dei miti, squarci poetici che ci portano in luoghi lontani, incantevoli e terribili.

Kontakthof è uno dei titoli più celebrati di Pina Bausch, diventato ormai un classico della danza contemporanea, l’unico che l’artista ha voluto riprendere per tre volte con tre compagnie diverse. Kontakthof sarà in scena al Teatro Valli 8, 9 ottobre 2010, ore 20.00, nella terza versione creata dalla coreografa nel 2008, inedita per l’Italia, con quaranta danzatori adolescenti dai 14 ai 18 anni che hanno lavorato per un anno nelle scuole di Wuppertal, sede del Tanztheater fondato dalla grande artista tedesca. L’idea di un Kontakthof con adolescenti è nata a Roma durante la residenza che il Tanztheater Wuppertal fece nel 1998 per la coproduzione di O Dido. Fu in questa occasione che Pina Bausch manifestò per la prima volta il suo desiderio di creare una sua versione dello spettacolo con adolescenti, assieme ai ragazzi dei Campi Rom di Roma. Creato originariamente nel 1978 con la sua Compagnia, il Tanztheater Wuppertal, Kontakthof è stato poi riallestito con anziani non professionisti oltre 65 anni nel 2000. Kontakthof mit Teenagern ab ‘14’ è il risultato di un anno di lavoro con 40 allievi di varie scuole di Wuppertal. I ragazzi coinvolti in questo progetto si sono incontrati ogni settimana per le prove che Josephine Ann Endicott e Bénedicte Billiet, danzatrici storiche della compagnia originale del Tanztheater Wuppertal, tenevano regolarmente sotto la direzione di Pina Bausch.

Tema dello spettacolo è la ricerca di amore e tenerezza, ma anche le delusioni e l’aggressività connesse con questa ricerca. Pina Baush ha chiesto ai ragazzi di “essere innanzitutto se stessi” e di elaborare un Kontakthof (il luogo del contatto) che rappresenti, attraverso i propri movimenti, i loro sentimenti, timori, desideri e sogni.

Il Festival Verdi è realizzato dal Teatro Regio di Parma – soci fondatori Comune di Parma, Provincia di Parma, Fondazione Cariparma, Camera di Commercio di Parma, Fondazione Monte Parma – con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Major partner Fondazione Cariparma. Main sponsor Cariparma Crédit Agricole. Media partner Mediaset.

Il Festival Verdi è realizzato anche grazie al sostegno e alla collaborazione di: Arcus, Reggio Parma Festival, Fondazione Prometeo, Fondazione Arturo Toscanini, iTeatri di Reggio Emilia, Comune di Busseto, Comune di Fidenza, Comune di Fontanellato, Comune di Fontevivo, Comune di Langhirano, Iren, Radio Italia, AD, ParmaIncoming.