Nel corso del Consiglio comunale di Carpi di giovedì 30 settembre è stata discussa una delibera relativa al Piano particolareggiato d’iniziativa pubblica del Piano insediamenti produttivi della Zona autotrasportatori e magazzini di Fossoli, per l’adozione di una Variante normativa e cartografica. Un Piano risalente al 1984, che ha visto un ampliamento nel 2007 e la cui Variante, così come definito in un Consiglio comunale precedente, puntava a sopprimere dalle norme di attuazione dello stesso strumento urbanistico i limiti di altezza massimi degli edifici. Inoltre la stessa Variante prevedeva di dare validità al Piano dal 2008, data di sottoscrizione della convenzione urbanistica, e indicava alcune modifiche cartografiche relative allo spostamento della pista ciclabile e di una cabina elettrica qui esistente e all’adeguamento delle isole pedonali nelle opere di urbanizzazione. Subito dopo la presentazione dell’atto si è accesa una discussione relativa a quanto affrontato il giorno prima in Commissione Ambiente e Territorio su questo argomento. Parecchi consiglieri di opposizione hanno infatti giovedì scorso lamentato il fatto che quanto descritto poco prima in aula dall’architetto Attilio Palladino non fosse esattamente quanto da loro ascoltato in Commissione il giorno precedente. Chi si è chiesto cosa ci fosse dietro a tutto ciò, chi ha rigettato quelle che venivano considerate mere illazioni, chi ha lamentato un’eccessiva fretta nel portare subito all’esame del civico consesso la delibera in questione. Roberto Andreoli (capogruppo del PdL) ha definito ad esempio infelice la scelta fatta a suo tempo di prevedere differenti altezze tra gli edifici previsti nella Zona autotrasportatori, ha ribadito quanto già spiegato in precedenza sulle modalità di applicazione da parte degli uffici comunali della Legge regionale 20 e infine ha sottolineato come in materia urbanistica si rattoppino le carenze di volta in volta mancando una visione complessiva dei problemi. Per spiegare come invece fosse importante la delibera in discussione per arrivare a chiudere una vicenda, quella del trasferimento della fonderia Lamiz, di cui si è parlato tanto, sono intervenuti in aula i consiglieri Pd Bruno Pompeo e Daniela Depietri. Il capogruppo della Lista civica Carpi a 5 stelle-Rc Lorenzo Paluan ha sottolineato poi come quella arrivata all’esame del Consiglio fosse una soluzione tribolata e come la pista ciclabile prevista nell’area fosse inutile “se si continua a programmare l’ampliamento della città in funzione degli spostamenti in auto”. L’assessore all’Urbanistica Simone Tosi ha preso allora la parola per dire dal canto suo come in merito alla polemica di Andreoli relativa alla Legge 20 non intendesse dichiarare più nulla e che solo un eccesso di volontà di fare chiarezza da parte degli uffici comunali aveva ingenerato confusione nel passaggio dalla Commissione al Consiglio della delibera. “C’è la volontà politica di chiudere la vicenda sullo spostamento della Lamiz, resa possibile grazie al lavoro di diversi soggetti in campo. Rivendico la bontà della scelta fatta nel 2000 dal Comune per allargare l’area polifunzionale di via Lama, in un momento in cui le imprese chiedevano spazi. E rammento – ha detto – che se le norme del 1984 riguardo alle altezze degli edifici non sono state riconfermate nel 2000 significa che anche noi facciamo dei ragionamenti e modifichiamo le scelte fatte. Rispetto alle piste ciclabili infine ricordo che se ne stanno progettando alcune come quella della zona di via Due Ponti e di via Remesina, mettendole in interconnessione con la rete esistente”. Al momento del voto la delibera di adozione della Variante è stata approvata dal Pd e da Alleanza per Carpi, con l’astensione di Lorenzo Paluan e della Lega nord e il no del PdL.

Approvato all’unanimità nel corso della seduta del 30 settembre anche un ordine del giorno di Roberto Benatti (PdL) che impegnava l’amministrazione comunale a individuare le procedure e predisporre gli atti necessari per inviare convocazioni e altre comunicazioni ai componenti del civico consesso in formato elettronico, in modo da ridurre tempi, costi e uscite dei messi comunali. Dopo un rapido giro di richieste fatte ai componenti dell’emiciclo da parte del Presidente del Consiglio Giovanni Taurasi la quasi totalità dei membri del Consiglio ha accettato questa proposta.