Sabato 9 ottobre proseguono i diversi appuntamenti con il festival UN PO nei Comuni rivieraschi di Boretto, Brescello, Gualtieri, Guastalla e Luzzara che fino a domani, domenica 10 ottobre, coinvolgeranno il pubblico in spettacoli teatrali, letture, performance, teatro ragazzi, il tutto all’insegna della multidiscilpinareità dei linguaggi e delle espressioni artistiche.

Il Grande Fiume anche quest’anno fa da cornice e scenografia ai tanti eventi in calendario, sottolineando come cultura, turismo, arte, letteratura, possano diventare per il nostro territorio strumenti importanti di promozione e valorizzazione capaci di richiamare spettatori anche dalle province limitrofe.

Molto ricco e denso il programma di sabato 9 ottobre, dopo il concerto di sabato scorso della banda di Guastalla a Palazzo Ducale, sabato 9 ottobre alle ore 16 presso il porto fluviale di Boretto la banda di Boretto terrà un concerto di musiche popolari e antiche legate ai grandi fiumi europei.

La banda di Boretto fu fondata il 5 settembre 1855 con il nome di Società Filarmonica, quando ancora il paese era sotto la dominazione di Brescello; nel 1875 fu poi trasformata in banda municipale. Attualmente il complesso bandistico conta una presenza di 35 musicanti giovani e giovanissimi con un repertorio che attinge sia dal ricco archivio di marce e trascrizioni bandistiche del passato sia dal talento del suo nuovo maestro, Giuliano Codeluppi, che inserisce brani di colonne sonore, marce militari, musica leggera appositamente trascritti per il complesso borrettese.

Si prosegue alle ore 16.30 nell’ex Convegno degli Agostiniani a Luzzara (all’interno del Museo delle Arti Naives, via Villa Superiore, 32) con lo spettacolo “Pignagnoli Ballabile”, quattro scrittori, Daniele Benati, Ugo Cornia, Paolo Nori (foto) e Marco Raffaini, leggeranno le famigerate gesta di Learco Pignagnoli, intervallati dalla musica dell’ensemble L’Usignolo. L’ingresso è libero.

Learco Pignagnoli è l’autore di una serie di singolarissime opere in prosa, comparse per la prima volta sul finire del secolo scorso sulla rivista “Il semplice” e poi raccolte in volume da Daniele Benati nel 2006. Da questo volume, e in particolare dal risvolto di copertina, si ricavano le uniche indicazioni biografiche certe sul Pignagnoli, che sono le seguenti: “Learco Pignagnoli è nato a Campogalliano e a San Giovanni in Persiceto. Lavora presso la ditta Scoppiabigi e Figli, dove tiene dietro al loro lupo”.

Iniziatore riconosciuto dell’assenzialismo, un movimento che sceglie “il non esserci come pratica, la pratica quotidiana di mancare a qualsiasi evento, l’essere assenti il più possibile a se stessi, agli altri e alle cose”, Pignagnoli ha conquistato, nel corso degli anni, una serie di studiosi e di appassionati che si sono interrogati, hanno proposto interpretazioni e trovato nuove prospettive di lettura delle opere più controverse, come l’opera numero 1, per esempio: “Conoscevo uno che sbagliava sempre le parole. Una volta voleva dire polipo, ha detto flauto”. O l’opera numero 13: “Tranne me e te, tutto il mondo è pieno di gente strana. E poi anche te sei un po’ strano”. Oppure l’opera numero 14: “Alberto Bevilacqua, tutte le volte che pubblica un libro, mette una sua fotografia in copertina dove appare sempre sorridente e con il mento appoggiato alla mano chiusa a pugno. Che cazzo ha sempre da sorridere?”. Oppure l’opera numero 16: “Era uno che beveva sempre delle grappe”. O l’opera numero 72: “E’ tutto il giorno che mi cadono delle cose di mano, fortuna che non sono mai di vetro. Anche prima, ero lì che pensavo a mio figlio e m’è caduto una matita. Per fortuna non era niente di vetro. Poteva essere l’orologio, anche se l’orologio delle volte può cadere sul cinturino. Io comunque di figli non ne ho. Ma pensavo: se avessi un figlio e fossi separato da mia moglie, che rapporto avrei con questo figlio? Sarei invidioso perché lui ha ancora l’affetto di una donna che io non ho più? Quando una fidanzata, o una moglie, ci lascia, vorremmo essere tutte le persone che hanno ancora a che fare con lei. Vorremmo essere loro anche se le disprezziamo. Casomai prima non le volevamo neanche vedere e adesso invece vorremmo sempre stare in loro compagnia perché è un po’ come stare in compagnia della donna che ci ha lasciato. Di lei naturalmente non si parla, ma la sua presenza è costantemente nell’aria. Sarebbe così anche con il figlio? Si starebbe in compagnia del figlio pensando a sua madre? Si farebbero domande indiscrete per sapere se frequenta qualcuno, mettendo in molto imbarazzo il figlio? Chi lo sa? Mio figlio, se avesse un figlio, io sarei suo nonno”.  Alcuni degli appassionati di Pignagnoli, detti anche “pignagnolisti”, hanno organizzato, nel corso degli anni, vari convegni e giornate di studio sull’opera dell’autore di Campogalliano e di San Giovanni in Persiceto.

Un tempo, quando la musica passava di bocca in bocca, come le leggende, le serate danzanti venivano annunciate alla gente del paese nelle prime ore della sera, un musicista, un clarinettista in particolare, si recava in piazza e suonava “l’invito”: un particolare motivo, sempre quello, per annunciare la serata.

Per questa occasione Pigangnoli Learco sarà proposto in versione ballabile con L’Usignolo, ensemble di musicisti di solida formazione che spesso reinterpretano il repertorio della tradizione popolare per strumenti a fiato.

Sempre all’interno del festival UN PO sono proposte nelle giornate di sabato 9 alle ore 14.30 e domenica 10 ottobre alle ore 10.30 visite guidate gratuite, su prenotazione, alla mostra dal titolo “Luzzara e Zavattini. Un legame lungo una vita” allestita presso gli spazi dell’ex convento degli Agostiniani a Luzzara. Per prenotazioni telefonare al numero: 0522/977612 o mandare una mail a info@fondazioneunpaese.org. La mostra chiuderà i battenti il 6 gennaio 2011 ed è visitabile nelle seguenti giornate: sabato, domenica e festivi ore 10.00-12.30; 14.30-19.00, dal martedì al venerdì su prenotazione. Queste visite guidate rientrano nell’ottica che caratterizza tutte le attività della Biennale del Paesaggio di valorizzare le eccellenze del territorio, riscoprendone le caratteristiche, le potenzialità e le peculiarità.

Il ricco programma di questa lunga giornata terminerà nella serata di sabato con il concerto di Rita Marcotulli (foto) al Teatro del Fiume di Boretto alle ore 21.00. L’ingresso è di Euro 10 (under 25 anni, ingresso agevolato a Euro 5).

La Marcotulli è una pianista jazz, ma non è solo questo. Assembla, arrangia, inventa, come tutti quelli che suonano il pianoforte e scrivono musica. Ma lei si confessa, quando suona. Quando le sue dita scorrono sulla tastiera si ascolta la storia di una confidenza, una perdita dei sensi intima, privata. Ne è testimonianza il suo disco in piano solo: “The Light Side Of The Moon”. Che non vuole essere una parodia dell’opera dei Pink Floyd. Ma è semplicemente una pratica musicale capace di svelare quel lato oscuro – buio nel senso di ignoto – della propria intimità. Non può essere compreso attraverso gli strumenti della tradizionale logica di lettura, il solo pianoforte di Rita Marcotulli. Chi accetta di oltrepassare le indicazioni di una soglia ambigua può immettersi lungo i corridoi di un labirinto senza centro: al suo interno, la realtà, dopo essere stata incorporata a piene mani con una specie di tecnica a collage tra linguaggi, stili, interferenze, viene riscritta su piani multipli e riorganizzata nei termini di un approdo inaccessibile; è veicolata dalle soluzioni poetiche di una narratrice che, per evitare le trappole della grammatica e del vocabolario musicale canonico, mette fra parentesi le sillabe, storpia le parole altisonanti oppure si spinge fino a creare una nuova lingua, un nuovo idioma. Un altro mondo: l’altro lato della luna.

Il calendario del festival si concluderà poi nella giornata di domenica 10 ottobre con altri due appuntamenti: alle ore 16 al Teatro Ruggeri di Guastalla lo spettacolo per bambini e famiglie “Ouverture des Saponettes” e alle ore 18 nella Chiesa di Santa Croce a Boretto “Mater et filio” concerto della Corale San Francesco da Paola di Reggio Emilia.

Tutte le informazioni e il programma completo sono sul sito della Biennale del Paesaggio: www.biennaledelpaesaggio.it