Un dossier per documentare a Modena, scuola per scuola, gli effetti della riforma Gelmini: dal liceo in cui manca ancora il professore d’Italiano, e forse arriverà solo a gennaio, fino all’istituto tecnico in cui non si fanno verifiche perché, essendo troppi gli studenti in classe, ormai non si possono più separare i banchi. E’ la proposta su cui sta lavorando la Rete degli studenti che è stata presentata al presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini in occasione dello sciopero organizzato contro la riforma e i tagli della manovra finanziaria.

I rappresentati della Rete, Federico Costa Zaccarelli e Andrea Trenti, sono stati ricevuti da Sabattini e dall’assessore provinciale all’Istruzione Elena Malaguti dopo la manifestazione che si è svolta venerdì 8 ottobre e che «è stata molto partecipata – hanno spiegato gli studenti – perché ormai c’è piena consapevolezza degli effetti che questa riforma sta provocando nelle scuole con tagli che nulla hanno a che vedere col miglioramento della qualità scolastica».

«Il ministro farebbe bene ad ascoltare anche gli studenti» ha affermato il presidente Sabattini dichiarandosi disponibile alla massima collaborazione nel raccogliere le informazioni e approfondirle per rispondere, nonostante l’emergenza finanziaria, ai bisogni delle scuole. «In sei anni la Provincia ha investito 40 milioni di euro nell’edilizia scolastica – ha ricordato l’assessore Malaguti – e continuiamo a investire per manutenzione e sicurezza nell’assoluta mancanza di finanziamenti statali». L’assessore Malaguti ha ricordato, in particolare, gli interventi in programma per la nuova sede del Cattaneo, l’ampliamento del Fermi e l’adeguamento antisismico del Baggi di Sassuolo.

Sabattini e Malaguti, inoltre, hanno apprezzato il progetto di mostra sulla storia contemporanea italiana (“La storia è nostra”) che la Rete degli studenti propone alle scuole modenesi e hanno invitato il sindacato a raccordarsi con la Consulta studenti e con i rappresentanti degli studenti eletti nei consigli di istituto.