“Adriana Querzè chieda scusa alla città e a quella gran parte di studenti e professori che non si sono sentiti rappresentati. Oppure rassegni le Sue dimissioni”. Non ha usato troppi giri di parole il Vice Coordinatore Vicario del PDL Enrico Aimi, nei confronti dell’Assessore Comunale all’Istruzione, presente l’altro giorno in prima fila al corteo studentesco che ha sfilato per le vie del centro fino in Piazza Grande. “Premesso che il tentativo di giustificazione subito diramato dell’assessore (“ci sono andata perchè mi hanno invitata”), oltre a sfiorare il senso del ridicolo, è quasi alla stregua della decisione stessa di prendere parte alla manifestazione – ha rincarato Aimi – riteniamo che non ci siano altre soluzioni: o prende atto pubblicamente di aver compiuto un grosso errore, oppure prenda atto di non essere all’altezza del compito istituzionale affidatole e rimetta il suo mandato tra le mani del Sindaco. La pessima figura che ha fatto presentandosi in prima fila al “cabò di massa” dell’altro giorno, cartina di tornasole di un atteggiamento politicamente superficiale, ha fatto indignare non poche persone: la stragrande maggioranza degli studenti modenesi non ha infatti preso parte a quella che a tutti gli effetti è divenuta pura e smaccata propaganda politica. Un esempio di strumentalizzazione dei giovani, quasi senza precedenti nella nostra città. La Querzè in quanto assessore comunale dovrebbe essere e sentirsi rappresentante ed esempio per tutti. Così non è stato. Unirsi al corteo, addirittura alla testa dello stesso, e’ un atto poco edificante, che mette peraltro in luce un condizionamento ideologico che non le fa onore. La sua funzione presuppone infatti equilibrio, senso di responsabilità e di imparzialità, almeno nel momento in cui si rappresentano le istituzioni che, proprio perchè tali, richiedono equidistanza dalle parti. Cosa ne penseranno quelle migliaia di studenti assenti alla manifestazione? E i loro genitori? E tutti quei professori che non hanno preso parte al corteo, cosa potranno dire ai loro studenti? Senza dimenticare – ha aggiunto ancora Aimi – che a pochissima distanza dalla prima fila c’erano ragazzi intenti a sorseggiare abbondanti razioni di lambrusco. E tanti altri in giro a bighellonare nei bar e nelle sale giochi. E meno male che non è accaduto nulla. Quando si coinvolgono minorenni in manifestazioni politiche, ragazzini anche di 14 e 15 anni, bisognerebbe adottare molta cautela. Tutta quella che è venuta a mancare alla Querzè, la quale, evidentemente “non poteva dire di no essendo invitata”. A questo punto – ha concluso Aimi – l’invito glielo facciamo noi: faccia pubblica ammenda o si dimetta! Chissà che non aderisca anche al nostro invito”.