«Un anno scolastico iniziato all’insegna dell’incertezza e gravato dai noti e pesanti tagli imposti dal Governo che per le scuole superiori modenesi significano anche che, a fronte dell’aumento di circa 800 alunni rispetto all’anno scorso, le classi in più siano solo dieci». Lo ha ribadito Elena Malaguti, assessore provinciale all’Istruzione introducendo, nel Consiglio provinciale dedicato al tema, la comunicazione sullo stato della scuola modenese con particolare attenzione alle superiori: «Prosegue ora la fase importante e delicata di attuazione della riforma – ha spiegato Malaguti – che consiste nel definire la programmazione provinciale dell’offerta formativa per il prossimo anno scolastico partendo dall’analisi dei fabbisogni che avverrà attraverso la consultazione dei territori nelle Conferenze distrettuali e l’acquisizione dei pareri delle autonomie scolastiche».

I criteri guida per determinare la nuova offerta formativa, ha comunicato l’assessore, terranno conto in particolare della vocazione territoriale e dell’integrazione con il sistema economico e universitario.

Sul tema dell’edilizia scolastica è intervenuto l’assessore alle Infrastrutture Egidio Pagani ricordando che la Provincia di Modena dal 2005 a oggi ha investito in questo settore complessivamente circa 50 milioni di euro. «Anche nel momento di massima difficoltà finanziaria l’edilizia scolastica mantiene il suo carattere di priorità» ha sottolineato Pagani annunciando che per il triennio 2011-2013 sono stati programmati investimenti per oltre 22 milioni di euro, 13 dei quali direttamente a carico della Provincia: «Ora – ha concluso l’assessore – è necessario che il Governo faccia la sua parte garantendo gli stanziamenti indispensabili per consentire risposte adeguate alla popolazione scolastica, fino a ora praticamente non abbiamo visto un euro».

DIBATTITO IN CONSIGLIO PROVINCIALE: OK A ODG DEL PD DI SOSTEGNO ALLA SCUOLA PUBBLICA

Il Consiglio di mercoledì 13 ottobre dedicato ai temi della scuola è stato l’occasione per approvare, con il voto favorevole della maggioranza e quello contrario di Pdl e Lega nord, un ordine del giorno a sostegno della scuola pubblica proposto da Giorgio Siena (Pd) che, nella presentazione, ha affermato che «in una società sempre più complessa, la vera scommessa è una scuola di qualità per tutti mentre questa riforma penalizza il sistema scolastico con un insieme di azioni che ci allontana dalla Costituzione italiana e dall’Europa e nel contempo non ci mette in condizione di affrontare la crisi».

«Critiche pretestuose e senza contributi costruttivi» ha ribattuto Giovanna Bertolini (Pdl) sottolineando che «la riforma degli istituti tecnici e professionali è stata apprezzata da tutti comprese imprese e associazioni». Per Patrizia Cuzzani (Idv), invece, la riforma ha tagliato ulteriormente risorse che erano già tra le più basse in Europa, «all’interno di un disegno politico per smantellare la scuola pubblica e foraggiare il business delle private, perché l’ignoranza rende le persone più controllabili». E Bruno Rinaldi (Pdl) ha replicato che «l’ignoranza diffusa è generata non solo dalla scuola di oggi ma anche da quella di ieri che seguiva modelli di insegnamento che volevano tutti uguali e tutti ugualmente ignoranti». Per Grazia Baracchi (Pd) «le giuste soluzioni per risolvere i problemi della scuola non si trovano perché questa non viene considerata una priorità e non c’è la coscienza che la scuola pubblica funge da asse portante per la società civile e la famiglia». Secondo Mauro Sighinolfi (Pdl) i tagli del ministro Gelmini «sono funzionali a una riforma che punta a creare una scuola forte» mentre, al contrario, per Monica Brunetti (Pd) la drastica riduzione delle risorse penalizza l’offerta formativa della scuola pubblica danneggiando soprattutto le opportunità di apprendimento per i più deboli». Per Stefano Corti (Lega nord) l’ordine del giorno «dimentica completamente la meritocrazia e il fatto che i docenti dovrebbero scegliere di insegnare non per lo stipendio ma per passione e responsabilità». «Non mi sembra che prima dell’arrivo della Gelmini nella scuola tutto andasse bene» ha commentato nella dichiarazione di voto Dante Mazzi (Pdl) sottolineando che «solo la presenza in aula delle opposizioni permette di raggiungere il numero legale, che il Pd non è riuscito a garantire, e quindi di votare questo ordine del giorno».

CAMBI DI ISTITUTO PER CARENZA DI POSTI, MALAGUTI: “AL FERMI 500 MILA € PER AMPLIAMENTO”

«Sono 33 i ragazzi che, per l’anno scolastico 2010/2011, hanno rinunciato a iscriversi al Fermi e 85 quelli che non sono entrati al Selmi». Lo ha comunicato Elena Malaguti, assessore provinciale all’Istruzione, ricordando che «la possibilità di un’eccedenza delle domande rispetto ai posti disponibili nelle scuole è prevista da una circolare dello stesso ministro Gelmini che, infatti, chiede alle famiglie di indicare in subordine nella domanda di iscrizione almeno altri due istituti di proprio gradimento, oltre alla scelta principale».

L’assessore Malaguti è intervenuta, durante il Consiglio provinciale sulla scuola di mercoledì 13 ottobre, rispondendo a un’interpellanza di Dante Mazzi, capogruppo Pdl, sulla carenza di aule nei due istituti scolastici modenesi che, ha affermato il consigliere, «è strutturale e preclude la libertà di scelta delle famiglie». Mazzi ha poi puntato l’attenzione sulle strutture provvisorie degli istituti scolastici domandando «che cosa non ha funzionato nella programmazione».

Nella risposta, l’assessore Malaguti ha annunciato che, grazie al finanziamento straordinario della Fondazione Cassa di risparmio di Modena di 500 mila euro, si sta procedendo ad avviare l’intervento di ristrutturazione della palazzina ex Bidinelli che servirà ad ampliare il Fermi, mentre l’ampliamento del Selmi, previsto nel piano degli investimenti 2008/2010, «è bloccato per le difficoltà del bilancio. Aspettiamo – ha detto l’assessore – che lo Stato ci permetta di inserire nel prossimo piano triennale l’intervento per dotare la scuola di spazi adeguati». L’assessore ha comunque ribadito che «la riforma degli ordinamenti della scuola superiore avrà inevitabili ripercussioni sulle scelte dei giovani. Oggi risulta quindi inutile riprogrammare gli spazi perché, finché la riforma non sarà completamente applicata, non è possibile sapere quali indirizzi prenderanno».

Riconoscendo «i passi fatti», Dante Mazzi ha però sottolineato che «l’edilizia scolastica, che inevitabilmente influenza le scelte degli studenti, dipende dalle scelte di bilancio e quindi la responsabilità è della Provincia».