Del futuro dell’ospedale Ramazzini si è occupato il Consiglio comunale di Carpi nella seduta di giovedì 14 ottobre, sulla scia della presentazione da parte di Giuseppina Baggio, consigliera PdL, di una interpellanza. “In vista del prossimo Pal-Piano attuativo locale, considerato che la nascita del nuovo ospedale di Baggiovara ha dovuto portare – si legge nel testo del documento – ad una riorganizzazione dei servizi in entrambi gli ospedali cittadini coinvolgendo anche il nostro, e valutato che comunque ad oggi una vera complementarietà ed integrazione dei servizi non è stata raggiunta, anzi le inefficienze si sono scaricate sugli ospedali di prossimità come il Ramazzini; considerato che col precedente Pal si era avviato un percorso di riorganizzazione che doveva prevedere la costituzione di un’azienda comprendente i due ospedali di Modena e una seconda per il resto della rete provinciale; valutato che tale percorso non ha avuto esito positivo, visto la situazione odierna interpello dunque il Sindaco e l’assessore competente per sapere quando verrà discusso il Pal per il prossimo decennio, se sono state fatte valutazioni riguardanti il ruolo dell’ospedale Ramazzini, se la Giunta intenda appoggiare e proseguire nel percorso di scorporo di un’azienda separata che gestisca esclusivamente i due ospedali e una per il nostro ospedale e il resto della rete provinciale”.

“Quale sarà il ruolo del nostro ospedale nel Pal 2011-2014? Ci sono ora tre ospedali in 18 chilometri, i doppioni sono aumentati e si cerca di spostare a Baggiovara spazi da altri nosocomi. Che ci dobbiamo aspettare – ha concluso Baggio – in nome della rete e della programmazione?”. Il Sindaco Enrico Campedelli ha ricordato come già in occasione del precedente Pal si fosse parlato di una riorganizzazione della sanità provinciale e di un sistema a rete, con Baggiovara come punto di riferimento. “Ci sono difficoltà ma è ingeneroso dire che non è stata raggiunta l’integrazione tra ospedali e soprattutto non è vero che nel precedente Piano si parlasse di due aziende provinciali”. Campedelli ha poi tracciato il percorso di avvicinamento alla redazione del prossimo Piano attuativo locale, che prevede gruppi di lavoro e poi un assise a dicembre e la riunione della Conferenza Territoriale Sociosanitaria per l’eventuale approvazione. “Il coinvolgimento di Carpi c’è stato – ha detto – ma tutto dipende anche dalle risorse che saranno messe in campo dal Governo per la sanità modenese. Con l’area nord ci siamo incontrati e possiamo integrarci di più con Mirandola, mentre per quello che riguarda il Ramazzini questo è uno dei pochi punti fermi nelle linee di investimento futuro, assieme ad una maggiore integrazione tra Policlinico e Baggiovara. La nostra ‘mission’ ora è quella di presidiare gli intenti negli indirizzi del nuovo Pal, perché trovino risposte”. Il consigliere di Alleanza per Carpi Giorgio Verrini dal canto suo ha ricordato come “il sistema a rete praticato da 12 anni nella sanità provinciale non funziona e va migliorato. Alla recente presentazione del Pal a Carpi c’è stato imbarazzo quando si é cercato di certificare il successo di questo sistema, ci sono state contestazioni da parte degli operatori sanitari. Dovremmo essere noi ad avere voce in capitolo”. Marco Bagnoli (Pd) ha ricordato di essere anch’egli stato presente all’incontro a cui si riferiva Verrini, e che in quella occasione molte furono le critiche a cui fece seguito l’insofferenza dei vertici dell’Azienda Usl. “Il Ramazzini è un tassello importante nel quadro della sanità provinciale, dovremmo tenere informati i cittadini sui passaggi in corso”. Deanna Bulgarelli (Pd) ha invece rammentato intervenendo in aula come molte delle affermazioni contenute nel Pal precedente e qui inserite su richiesta del territorio e dei cittadini non siano state poi realizzate. “Come si può pensare che si possano continuare ad avere tre Cardiochirurgie a Modena e a togliere strutture in provincia? Individuiamo alcune eccellenze del Ramazzini e qui investiamo, gestendo la struttura esistente in attesa della nuova, senza però pensare che si possa continuare a offrire tutte le prestazioni in ospedale…”. Giliola Pivetti (capogruppo ApC) ha invece criticato quelle che ha definito “parole che sono solo fumo negli occhi, visto che le autorità sanitarie non faranno niente mentre la qualità del nosocomio carpigiano decade giorno per giorno e decidono tutto a Modena. Ad esempio per pagare il ticket nell’atrio del Ramazzini ci sono solo macchine automatiche, e nessun volto umano magari di ausilio agli anziani in difficoltà. Qui bisognerebbe intervenire, magari riducendo lo stipendio del Direttore Generale…”. Francesca Cocozza (Pd) ha poi preso la parola per criticare la rete sanitaria policentrica provinciale, per chiedere che il Sindaco “abbia un ruolo propositivo e di presidio per ottenere quello che ci spetta; più integrazione, più risorse per gli infermieri, per la sanità di territorio, per fare operare il Ramazzini”. Roberto Benatti (PdL) ha domandato invece al primo cittadino quale idea avesse del nuovo ospedale e della sua collocazione geografica e di cosa significassero nell’attuale scenario gli investimenti fatti recentemente sul Ramazzini.

Campedelli ha allora ripreso la parola per replicare, ribadendo in primis la sua ferma convinzione dell’opportunità di realizzare un nuovo ospedale a Carpi. “La prima intervista in merito la feci dopo l’approvazione del Piano investimenti del 2006: sono gli stessi medici a dire che l’attuale struttura è rigida e necessita di pesanti investimenti ed è meglio investire sul nuovo. Nel nuovo Pal in discussione questo tema è ben presente ma è la Regione che deve concordare questa scelta assieme alla Provincia e lo stesso Caroli è nominato da Bologna…Siamo per il dialogo con Mirandola ma anche con Correggio, poiché è impensabile costruire ex novo un nosocomio solo con l’appoggio dell’area nord. I sindaci dei comuni reggiani più vicini al nostro sono d’accordo”. L’assessore alle Politiche sociali e sanitarie Alberto Bellelli è poi intervenuto per ribadire anch’esso che “nel documento d’indirizzo che la Conferenza Territoriale Sociosanitaria ha consegnato ai gruppi di lavoro tecnici, il nuovo ospedale di Carpi è segnalato come investimento di tutta la rete provinciale. Dell’incontro citato da Verrini si sono dati giudizi negativi rispetto agli obiettivi non raggiunti di de-ospedalizzazione sul territorio ma ricordo anche diversi giudizi positivi e diverse proposte che dimostrano il forte senso di appartenenza alla sanità pubblica. E’emersa la necessità di costruire o rafforzare laddove sono già esistenti percorsi integrati con il territorio e l’Azienda Usl: più in generale non si tratta di capire cosa può avere Carpi dal Pal ma cosa può dare alla rete. Il ruolo ce lo dobbiamo prendere senza giocare solo in difesa del Ramazzini, che ha comunque due criticità pesanti, quali le sale operatorie e il Pronto soccorso. Tutto è sostenibile se l’integrazione con il Policlinico e Baggiovara aumenta così come un maggior raccordo con l’Università che inizi a produrre le professionalità richieste dal nostro territorio. Del resto non abbiamo mancato – ha concluso Bellelli – di bacchettare l’Azienda Usl, ad esempio sull’emodinamica, perché ci deve essere comunque un percorso condiviso”.

Giuseppina Baggio in sede di replica finale ha ricordato come non ci si debba nascondere dietro il nuovo ospedale per non rischiare di perdere il vecchio, “che intanto non ha più Direttori di Dipartimento da quattro che ne aveva pochi anni fa. Baggiovara è un buco nero che continua ad inghiottire finanziamenti e anche riguardo alle integrazioni tra strutture non c’è bisogno di commissioni, che significano costi”.