Anche chi lavora in banca può contribuire al contrasto dell’evasione fiscale e a una maggiore trasparenza nel trasferimento dei capitali. Anzi, proprio ai dipendenti degli istituti di credito compete l’onere delle Sos (segnalazioni operazioni sospette); chi non adempie ne risponde civilmente e penalmente.Per formare e informare i lavoratori bancari sulle norme antiriciclaggio, il sindacato Fiba-Cisl di Modena ha organizzato un’assemblea in programma dopodomani – giovedì 28 ottobre – dalle 14.30 alle 17 presso l’auditorium dell’Itis Corni, in via Leonardo da Vinci. Interviene il dirigente della Fiba-Cisl nazionale, Mario Capocci, esperto di normativa sull’antiriciclaggio e sulle relative responsabilità professionali. «Non tutti gli istituti bancari pongono la giusta attenzione alla normativa sull’antiriciclaggio, mettendo i propri dipendenti in situazioni di difficoltà. È per questo – spiega il segretario provinciale della Fiba, Paolo Bellentani – che l’anno scorso abbiamo cominciato a informare i dipendenti di banche, assicurazioni e Poste sugli aspetti applicativi della cosiddetta “legge antiriciclaggio” (legge 231/2007) che siamo tenuti ad applicare ogni giorno sui nostri posti di lavoro e che ci espone a gravi rischi, sia in termini di provvedimenti disciplinari che di indagini della magistratura. Alcune banche demandano questi aspetti delicati alla formazione on line, con ripercussioni sulla preparazione dei lavoratori quotidianamente alle prese con operazioni bancarie soggette all’obbligo di segnalazione».

L’Emilia-Romagna è, dopo Lombardia e Lazio, la terza regione d’Italia per trasferimenti di denaro da e per Paesi con fiscalità privilegiata. Si tratta di un enorme flusso finanziario veicolato attraverso banche, assicurazioni e Poste e che deve essere sottoposto ai controlli stabiliti dalla “legge antiriciclaggio”. Le norme pongono limiti ai trasferimenti di denaro e, nello stesso tempo, chiedono la segnalazione delle operazioni sospette. «La legge investe l’addetto finanziario di una grande responsabilità, anche penale (il cosiddetto “principio di collaborazione responsabile”) – aggiunge Marcello Barbieri, della Fiba-Cisl – Purtroppo, di fronte al moltiplicarsi di questo delicato problema, che richiederebbe il massimo impegno delle banche per aiutare i propri dipendenti, troppo spesso si registra la latitanza di alcuni istituti. La formazione degli operatori è compito delle aziende e il sindacato non vuole certo sollevarle da questo dovere ma, nel contempo, non si possono neanche lasciare soli i dipendenti. È per questo – conclude il sindacalista dei bancari Cisl – che abbiamo assunto l’impegno di promuovere una serie di seminari e una forte campagna di sensibilizzazione sull’argomento».