Si svolgerà il 28 ottobre a Carpi la Giornata Carpigiana della Profilassi iodica. L’iniziativa, promossa dall’Azienda USL col patrocinio del Comune di Carpi, fa parte di “Ottobre Rosa-Ricordati di Te”, la campagna di prevenzione dei tumori femminili. In piazza Martiri a Carpi sotto il Portico del Grano, e all’ingresso del Poliambulatorio 2 dell’Ospedale, i volontari dell’Associazione dei Pazienti Tiroidei (APT) Onlus e dell’Associazione Malati Oncologici (AMO) distribuiranno ai cittadini una brochure informativa scritta per l’occasione da due medici dell’Ospedale “Ramazzini” di Carpi: l’endocrinologo Giampaolo Papi e l’oncologo Fabrizio Artioli.

Gli ormoni tiroidei sono composti iodati che svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo fetale, nel metabolismo muscolo-scheletrico, nelle funzioni del sistema nervoso centrale e periferico, nell’attività del cuore e nel controllo dell’assetto endocrino-metabolico generale. La carente assunzione di iodio con la dieta predispone all’aumento di volume della ghiandola tiroide (il cosiddetto “gozzo”) e dei noduli tiroidei, la maggiore parte dei quali sono comunque benigni.

L’Endocrinologia e l’Oncologia di Carpi sono da tempo in prima linea nella ricerca scientifica, nella diagnosi e nella terapia delle malattie della tiroide. “Il riscontro di noduli tiroidei – afferma il dott. Giampaolo Papi – è piuttosto frequente, soprattutto nelle aree con deficit di Iodio. La tiroide di un adulto, per funzionare al meglio, ha bisogno di almeno 150 microgrammi al giorno di iodio. Nelle donne in gravidanza, tale fabbisogno aumenta a 250 microgrammi. Se vengono introdotte quantità di iodio inferiori, la tiroide cerca di compensarne la carenza ipertrofizzandosi (cioè aumentando di volume) e tale sforzo di compensazione può provocare il gozzo e la conseguente formazione di noduli”.

All’Ospedale di Carpi vengono eseguite ogni anno 3.000 visite endocrinologiche per malattie della tiroide, 2.400 ecografie tiroidee e 1.000 agoaspirati per esame citologico su noduli della tiroide.

“Prevenire la formazione del gozzo e il conseguente sviluppo di noduli – sottolinea Fabrizio Artioli – significa prevenire l’insorgenza di tumori della tiroide. Questo vale per tutta la popolazione, ma soprattutto per le donne, che sono colpite più degli uomini dalle patologie della tiroide”.

La quantità di iodio assunta può essere integrata con gli alimenti usando sale con aggiunta di iodio (sale iodato). Sono stati studiati, e verranno presto introdotti in commercio, alimenti come ortaggi e latte che conterranno al proprio interno supplementi di Iodio. “E’ per tale motivo – conclude Giampaolo Papi – che abbiamo ritenuto importante promuovere una giornata per sensibilizzare tutti i cittadini, e soprattutto i giovani, le donne in età fertile, le gravide e le puerpere, ad assumere integratori alimentari di iodio, in particolare il sale iodato al posto del sale normale”.