E’ un uomo sui trent’anni, di carnagione chiara, non ancora identificato, la vittima dell’ investimento da parte di un treno Frecciarossa avvenuto questa mattina nell’area della stazione di Bologna. Dai primi accertamenti gli investigatori della Polfer propendono per l’ipotesi di una disgrazia, piuttosto che di un suicidio.

Due testimoni – il macchinista del treno e un operaio di una ditta che sta lavorando in stazione – hanno spiegato di averlo visto attraversare di corsa le rotaie, dalla fine marciapiede del binario 1 verso destra, per raggiungere forse una piazzola alla fine del binario 3. Il corpo è stato dilaniato dall’impatto con la motrice del treno. Indossava un abbigliamento casual, per nulla trasandato; per questo si tende a escludere che possa trattarsi di un clochard, o tantomeno di un operaio o un ferroviere. Addosso non aveva documenti, nè denaro o altri effetti personali, ma solo un telefono cellulare, all’esame della Polfer. In rubrica ci sono solo due numeri salvati (mamma e un nome proprio), che però almeno fino al primo pomeriggio non sono stati raggiungibili.

E’ intervenuta anche la polizia scientifica, che farà accertamenti sulla ‘scatola nera’ del treno, soprattutto per accertare la velocità al momento dell’investimento. In stazione c’è comunque un sistema di sicurezza che impedisce ai convogli in transito di superare i 60 km orari. L’incidente – secondo Rfi – non ha causato particolari disagi al traffico ferroviario.

Solo uno dei circa 320 passeggeri dell’Eurostar, una viaggiatrice disabile che era in carrozzina, non ha potuto ripartire subito e ha dovuto attendere fino a mezzogiorno. Non era infatti possibile farla scendere nel punto in cui il convoglio si era fermato, lontano dalla pensilina, nè spostare il vagone prima del nulla osta della magistratura.