Giovedì 25 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata internazionale contro la violenza alle donne, istituita dalle Nazioni Unite per combattere le forme di abuso, violenza e discriminazione che colpiscono il sesso femminile.

Reggio Emilia, da anni in prima linea nella promozione delle pari opportunità e nella lotta alle discriminazioni di genere grazie al lavoro del Comune e dell’associazione Nondasola, partecipa all’iniziativa promuovendo una serie di appuntamenti per tenere alta l’attenzione su questo tema e ricordare che purtroppo, anche in una società avanzata come la nostra, i fenomeni di violenza sulle donne non sono in calo.

Nonostante l’inteso lavoro svolto con l’istituzione del Tavolo interistituzionale di contrasto alla violenza contro le donne, le azioni di sensibilizzazione e di educazione al genere e la costruzione di reti di sostegno, il Centro reggiano antiviolenza ha infatti registrato nel solo 2010 (dati al 31 ottobre) oltre 300 nuove richieste d’aiuto e avviato 150 percorsi di accoglienza. Nello stesso periodo ha realizzato oltre 600 colloqui d’accoglienza e avviato 68 consulenze legali per l’accoglienza e l’ospitalità di donne in difficoltà.

“Il tema delle violenza contro le donne non è un affare di donne – ha detto stamane alla stampa l’assessore comunale alle Pari opportunità Natalia Maramotti presentando le iniziative in programma – ma riguarda l’intera comunità, per questo è importante che le istituzioni scendano in campo e abbiano un ruolo attivo. Da anni lavoriamo come Comune sul contrasto dei fenomeni di violenza sia fornendo assistenza e cura attraverso i nostri sportelli sociali e la Casa delle donne con cui siamo convenzionati, sia attraverso iniziative di prevenzione come gli appuntamenti di educazione alla diversità di genere. La violenza sulle donne si combatte infatti anche attraverso la diffusione di una cultura del rispetto”.

“Purtroppo siamo di fronte a un fenomeno in costante aumento – ha aggiunto Ethel Carri presidente dell’associazione Nondasola – Dal 2006 a oggi il numero delle donne che chiedono aiuto è cresciuto nell’ordine di 100 persone l’anno. Dal 1997 quando abbiamo iniziato la nostra attività sono più di 3000 le donne accolte. Contrariamente a quello che si immagina questo fenomeno, che riguarda soprattutto l’ambito domestico, non riguarda solo contesti di disagio, ma anche persone economicamente agiate, con professioni e titoli di studio elevati”.

Alla presentazione alla stampa sono intervenute anche Alessandra Margini dei Servizi sociali comunali del Polo Nord, Massimo Danielli della Prefettura e Monica Orboni dell’azienda ospedaliera Santa Maria nuova.

Per ribadire quindi l’importanza di combattere ogni forma di violenza e pregiudizio nei confronti delle donne, martedì 23 e mercoledì 24 al teatro La Cavallerizza” andrà in scena “Spettinate”, lo spettacolo teatrale ideato da artiste reggiane che prevede una performance dedicata al tema della violenza contro le donne ed al ruolo svolto dal Centro antiviolenza. Sabato 27 invece al Circolo Pd di via Martiri della Bettola 45, interverrà il gruppo scuola dell’Associazione Nondasola e verrà proiettato il filmato “Ci metto la faccia”.

Il Comune di Reggio, che dal 1997 ha avvitato una convenzione con l’associazione Nondasola per la gestione della casa rifugio per donne maltrattate e che sta valutando l’attivazione di un servizio di “accoglienza 24oresu24” in accordo con l’azienda pubblica di servizi alla persona Osea, ha promosso la nascita del Tavolo interistituzionale di contrasto alla violenza contro le donne che riunisce Comune, prefettura, questura, tribunale, procura, arma dei carabinieri e Asl reggiane, insieme a Ospedale Santa Maria Nuova, Associazione Nondasola, Forum donne giuriste, ordine degli avvocati e ufficio scolastico provinciale, in percorsi di studio e lavoro sul tema del contrasto della violenza sulle donne. Il Comune di Reggio Emilia offre inoltre una presenza capillare sul territorio, attraverso i Poli territoriali dei Servizi sociali, perché la conoscenza del territorio e delle realtà sociali che lo abitano sono elemento base dell’approccio al problema. Sia presso gli sportelli sociali dei Poli che presso lo sportello Donnadove del Comune le donne in difficoltà vengono aiutate a prendere coscienza della violenza subita e dell’importanza del denunciare il fatto all’autorità giudiziaria, oltre che ascoltate e accompagnate nel loro percorso di riconquista dei propri diritti, di ricerca dell’autonomia o di mediazione familiare, a seconda dei casi.

L’Amministrazione inoltre sostiene e gestisce iniziative volte a favorire le pari opportunità tra uomini e donne e promuove la cultura della non violenza, in particolare nei contesti familiari, su donne e minori. Lo scorso aprile, nell’ambito di un percorso di sensibilizzazione al tema presso le nuove generazioni, ha realizzato un incontro sul tema dell’educazione in ottica di genere, in collaborazione con gli istituti superiori e medi reggiani.

Lo scorso 8 novembre il Consiglio comunale di Reggio ha inoltre approvato una mozione per difendere la dignità della donna nell’ambito pubblicitario e ribadire l’uguaglianza tra i sessi. “E’ necessario lavorare per l’abolizione degli stereotipi di genere – ha detto l’assessore comunale alle Pari opportunità Natalia Maramotti sostenendo la mozione – stereotipi che i mass media concorrono a creare, perché incidono su vari aspetti della vita sociale, tra cui anche le aspettative di lavoro. Da tempo siamo attivi su questi temi e nell’ambito della scorsa edizione di Primavera donna abbiamo realizzato un incontro con docenti universitari ed esperti sull’educazione al genere e la valorizzazione delle differenze. Siamo contrari a quelle pubblicità degradanti dell’immagine della donna che utilizzano il corpo femminile anche quando non è legato al tema pubblicizzato. Vogliamo quindi predisporre gli strumenti giuridici perché chi stipula contratti con l’Amministrazione Comunale, si impegni a rispettare la dignità della donna.

Agiremo anche come catalizzatore delle tematiche di pubblicità offensiva della dignità delle donne da trasmettere all’istituto per l’autodisciplina pubblicitaria cosiddetto IAP, che procede poi a diffidare le aziende che violano il codice di controllo”.