Il Bilancio di previsione 2011 della Provincia di Reggio Emilia – nonostante la pesante situazione economica e i drastici tagli da parte del Governo – grazie ad una rigorosa politica di contenimento dei costi cercherà di mantenere la capacità di investimento e non aumenterà le tasse per i cittadini reggiani. Questa la sintesi del Bilancio 2011 illustrato questa mattina dalla presidente della Provincia di Reggio Emilia, Sonia Masini, e dall’assessore alle Risorse economico-finanziarie Antonietta Acerenza, che hanno incontrato la stampa insieme al vicepresidente Saccardi e agli assessori Fantini, Malavasi e Tutino.

“Anche quest’anno siamo stati chiamati ad acrobazie sempre più raffinate e difficili per rispettare il Patto di stabilità senza aumentare le tasse nei confronti dei cittadini e provare a salvaguardare gli investimenti a causa di un Governo che continua a tagliare e a penalizzare chi lavora peggio e sperpera”, ha esordito la presidente Sonia Masini denunciando come “i cittadini di Reggio, al pari di quelli di altre 21 province, siano tra i più penalizzati a causa del federalismo a rovescio applicato dal Governo Berlusconi”. “Dopo che la Finanziaria 1997 del Governo Prodi aveva compiuto un primo passo verso il federalismo fiscale, disponendo che i bilanci delle Province fossero finanziati con i proventi realizzati dalla tassazione locale relativa al gettito dell’Imposta provinciale di trascrizione, addizionale Enel e Rc-auto – ha spiegato la presidente – la Finanziaria 2003 del Governo Berlusconi ha infatti disposto, con effetto retroattivo, che – considerata la spesa storica delle Province finanziata da trasferimenti statali – la parte eventualmente eccedente tale cifra derivante dal gettito locale, fosse restituita annualmente allo Stato. In sostanza si è attuato un meccanismo che, anziché premiare i territori produttivi e gli enti virtuosi, sta premiando gli enti spreconi e i territori meno produttivi”. Dal 2003 ad oggi, la Provincia di Reggio Emilia è stata così chiamata a versare allo Stato ben 26 milioni di euro, “risorse importantissime per chi, come noi, è chiamato a gestire 1.000 chilometri di strade provinciali e 35 edifici scolastici al servizio di ventimila studenti, solo per citare le nostre principali competenze”. E i trasferimenti dallo Stato alla Provincia? Briciole, e comunque sempre meno visto che rispetto ai 604.00 euro del 2009 nel 2011 si prevedono 368.000 euro.

“Come se non bastasse, le entrate della Provincia sono diminuite costantemente a seguito dei minori trasferimenti statali, regionali e del minor gettito locale a seguito della crisi economica, tanto che dai 76 milioni del 2007 per il 2011 la previsione è di 73,2 milioni”, ha proseguito l’assessore Antonietta Acerenza. Come rimanere, dunque, all’interno del Patto di stabilità, senza aumentare le tasse (l’aliquota applicata sull’Ipt resta, come avviene dal 1999, al 20%, nonostante alle Province sia data la possibilità di arrivare fino al 30%, e l’addizionale Enel è ferma dal 2003 allo 0,01136%) e mantenere comunque una buona capacità di investimenti (59,2 milioni)? “Proseguendo con una rigorosa politica di contenimento dei costi che questa Provincia rivendica con orgoglio da alcuni anni”, ha spiegato la presidente Masini. Come ha illustrato l’assessore Acerenza, il personale dipendente è sceso dalle 444 unità del 2006 alle 389 del 2010, con una spesa che nello stesso periodo è scesa da 18,5 a 16,6 milioni, pur aumentando le retribuzioni. Ridotta al minimo la presenza di lavoratori precari, passata dal 21,34% al 5,36 (con assunzioni nel 50% dei casi). I dirigenti erano 28 nel 2007, oggi sono 11, con un ulteriore risparmio di 1,4 milioni. Ancora più drastica la riduzione delle spese per incarichi e consulenze: dai 2,7 milioni del 2005 agli attuali 800.000 euro. Ulteriori risparmi sono stati ottenuti sulle utenze: le bollette di uffici e scuole sono calate dal 2008 al 2009 da 5,1 a 4,6 milioni di euro “e ulteriori risparmi sono previsti grazie alle installazione di pannelli solari sui tetti di 12 edifici scolastici”.

Tutto questo ha permesso alla Provincia di Reggio Emilia di prevedere anche per il 2011 ben 59,2 milioni di investimenti a favore dello sviluppo del territorio, in particolare per nuove infrastrutture (35 mln), manutenzione e messa in sicurezza della rete stradale (12,2), edilizia scolastica ed universitaria (7,8). Al lungo elenco di opere realizzate quest’anno o che si stanno inaugurando proprio in queste settimane – dalle nuove sedi scolastiche di Gobetti Scandiano, Its Rivalta e Russell Guastalla alle Varianti di Campegine, Puianello, San Polo, Sant’Ilario, Montecchio ed alla Pedemontana – si aggiungeranno dunque la Tangenziale di Rubiera, le Varianti di Calerno, Novellara e Castelnovo Monti-Pieve Rossa, il collegamento Canali-Puianello, lavori sul ponte di Boretto e l’avvio del cantiere del nuovo Polo scolastico in via Fratelli Rosselli. “Alcune di queste opere sono collegate ad interventi di interesse nazionale, come la Tangenziale Sud di Rubiera finanziata dal Cipe nell’ambito della Campogalliano-Sassuolo, o come la Variante di Calerno, per la quale insieme alla Regione stiamo da oltre un anno chiedendo un finanziamento ad Autostrade per l’Italia nell’ambito dei lavori per la quarta corsia dell’A1 da Piacenza a Modena-Nord, ma siamo ancora in attesa del parere di Anas – ha concluso la presidente Masini – Una via Emilia alternativa rappresentata da tante varianti a due corsie che liberino dal traffico i centri abitati, che a Sant’Ilario abbiamo già completato e a Rubiera sta per essere realizzata, è infatti indispensabile”.