Velluti, broccati, stoffe e ricami, conservati e giunti fino a noi per testimoniare il gusto estetico, la perizia tecnica e la moda dei secoli passati. Alle collezioni tessili dei musei, al loro studio e alla diffusione della loro conoscenza è dedicato il convegno internazionale “Antiche trame, nuovi intrecci”, che il Museo civico d’arte organizza a Modena venerdì 26 e sabato 27 novembre. Le due giornate di studi saranno anche l’occasione per presentare l’ultimo catalogo dedicato ai tessuti del Medioevo e del Rinascimento della collezione Gandini, la raccolta del Museo civico d’arte, che con i propri 2mila 500 frammenti di tessuti antichi è considerata tra le più ricche d’Europa. Il catalogo e il convegno “Antiche trame, nuovi intrecci” saranno dedicati alla studiosa Donata Devoti, pioniera della storia delle arti tessili e collaboratrice del Museo, scomparsa nel 2007.

La due giorni di studio sarà accompagnata da eventi collaterali che coinvolgeranno la città. Nella sala Gandini (al Palazzo dei Musei in viale Vittorio Veneto 5) i tessuti antichi dialogheranno con l’arte contemporanea di Sabrina Mezzaqui. La collaborazione della Galleria civica di Modena ha infatti consentito di coinvolgere l’artista bolognese, la cui ricerca si concentra sulla gestualità lenta e paziente del ricamo e del cucito, con l’installazione “La realtà non è forte”. Sempre al Museo sarà inaugurato un percorso sensoriale dal titolo “Con/tatto” dedicato al velluto. L’allestimento punta a far conoscere un tessuto noto in Europa dal Nono secolo, ma battezzato con il nome attuale solo nel Trecento, offrendo la possibilità di toccarne campioni per sperimentare la qualità tattile e apprezzarne da vicino i motivi decorativi. In mostra nelle sale del Museo anche abiti originali del Settecento e dell’Ottocento. La sede del convegno sarà la sala Panini della Camera di Commercio in via Ganaceto 154 (www.convegnotessili.it). L’iniziativa è promossa dal Museo Civico d’Arte in collaborazione con l’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna e il Dipartimento di storia delle arti dell’Università di Pisa.

A MODENA VELLUTI DA ACCAREZZARE E DA LEGGERE IN BRAILLE

Un percorso sensoriale da “toccare con mano” nel vero senso della parola: “Con/tatto”, allestimento tattile dedicato al velluto, corredato di didascalie in braille, apre venerdì 26 novembre al Museo civico d’arte di Modena (Palazzo dei musei, largo Porta Sant’Agostino) in occasione del convegno internazionale “Antiche trame, nuovi intrecci”. Il percorso, a ingresso gratuito, è organizzato in collaborazione con l’Unione italiana ciechi e il Servizio accoglienza studenti disabili dell’Università di Modena e Reggio Emilia. L’obiettivo è far conoscere il velluto, noto in Europa fin dal Nono secolo, ma battezzato con il nome attuale solo nel Trecento, offrendo la possibilità di toccarne frammenti per sperimentare le qualità tattili e apprezzarne da vicino i motivi decorativi.

L’origine del velluto va ricercata nel tentativo di imitare il pelo degli animali, come dimostra la derivazione del nome dal latino “vellus”. Per conoscere veramente questo tessuto e intuirne le caratteristiche è fondamentale toccarlo. Il percorso “Con/tatto”, attraverso una serie di campioni da accarezzare, permette di cogliere le particolarità dei manufatti e ricostruire la storia di questo prezioso tessuto dal periodo della sua maggiore fioritura ai giorni nostri. L’allestimento rappresenta anche un’occasione per far conoscere la raccolta di tessuti Gandini, che con i suoi duemilacinquecento frammenti è considerata tra le più importanti d’Europa. I tessuti esposti sono stati realizzati dalla Fondazione Lisio di Firenze, manifattura specializzata nella riproduzione di stoffe antiche. L’ingresso è gratuito.

SABRINA MEZZAQUI ESPONE LIBRI RICAMATI E PAGINE FLOREALI

Un’arte antica, paziente e delicata come il ricamo è il cuore dell’installazione contemporanea dell’artista bolognese Sabrina Mezzaqui, dal titolo “La realtà non è forte”, che inaugura sabato 27 novembre alle 18 al Museo civico d’arte di Modena (Palazzo dei Musei, largo Sant’Agostino, III piano). Pagine in stoffa ricamate, motivi floreali intarsiati in cartoncino, libri realizzati a mano trascrivendo le opere di Simone Weil renderanno omaggio a una delle più importanti collezioni di tessuti d’Europa, la raccolta Gandini. Le opere di Sabrina Mezzaqui saranno esposte nella stessa sala che ospita i circa 2 mila 500 frammenti della collezione di tessuti del Museo, considerata tra le più importanti d’Europa. Il dialogo tra l’artista contemporanea e i frammenti di tessuti antichi rimarca quanto il cucito, il ricamo e le tecniche affini costituiscano gli archetipi di un linguaggio che trova ampio e consapevole spazio di espressione nell’arte contemporanea.

La mostra, curata dal Museo civico d’arte e dalla Galleria civica di Modena, si colloca tra le iniziative organizzate nell’ambito del convegno internazionale “Antiche trame, nuovi intrecci: conoscere e comunicare le collezioni tessili” (26-27 novembre 2010, www.convegnotessili.it), dedicato alla valorizzazione delle raccolte tessili in ambito museale, promosso dal Museo in collaborazione con l’Istituto beni culturali della Regione Emilia-Romagna e l’Università di Pisa.

Il dialogo tra l’opera di Sabrina Mezzaqui e la collezione Gandini pone l’accento su alcuni nodi centrali legati a una pratica spesso giudicata marginale per le sue implicazioni con l’artigianato artistico e la sfera domestica. Il ricamo, tra il novero dei contemporanei mezzi espressivi, recupera una dimensione di lavoro manuale, lento e paziente, una modalità che si contrappone alla velocità vorticosa del mondo moderno. Si evidenzia così non solo una tendenza dell’arte contemporanea, ma anche la trasformazione di una pratica decorativa e artigianale, confinata per secoli “nell’oscurità della maestria femminile”, in un linguaggio autonomo che evoca un bisogno estetico, simbolo di una necessità quotidiana. Il titolo dell’installazione è ripreso da una frase di Hannah Arendt tratta da “Le origini del totalitarismo” (1948): “La realtà non è tenace, non è forte, ha bisogno della nostra protezione”.

Tra rari tessuti, sontuosi velluti, raffinati damaschi, splendide sete e merletti, galloni, nastri, frange e ricami antichi, conservati negli arredi originali, l’artista dispone le sue opere che si confrontano con la raccolta in modo silenzioso, esaltando il piacere inaspettato della scoperta.

Si dispiegano così alcuni significativi oggetti, frutto della produzione artistica più recente di Mezzaqui, dove la pratica del ricamo è intimamente permeata dall’elemento della scrittura: l’installazione raccoglie infatti opere come “Sentinella”, un libro in pagine di stoffa ricamate con fiori e appunti autografi, “Mettere a dimora”, motivi floreali ricavati dal paziente ritaglio dei soli profili tracciati su cartoncino che dialogano con il lemma “pianta-piantare” del vocabolario; frasi ricamate che ricordano effimere architetture; alcuni libri realizzati a mano con la trascrizione meticolosa dei testi e dell’impostazione tipografica dei “Quaderni” di Simone Weil, work in progress, attraverso il quale l’artista ne assimila il senso e il ritmo.

Sabrina Mezzaqui, nata a Bologna nel 1964, vive e lavora a Marzabotto. Artista eclettica nella scelta delle tecniche e delle iconografie, ama operare sui materiali e sulle ritualità del quotidiano, evidenziando la tendenza a procedere secondo una gestualità reiterata, nel recupero di pratiche come il ricamo, l’intaglio, la tessitura. I suoi esordi risalgono alla metà degli anni Novanta nell’ambiente bolognese con le prime mostre personali alla galleria Graffio. Dopo la personale alla Gam di Torino nel 2006, collabora con la galleria Massimo Minini di Brescia e con la galleria Continua di San Gimignano. Ha esposto in spazi pubblici e no profit in Italia (tra cui Galleria d’Arte Moderna di Bologna e Palazzo delle Papesse a Siena) e all’estero (PS1, New York).

La mostra e il catalogo “La realtà non è forte” sono a cura di Sivia Ferrari, Serena Goldoni, Cristina Stefani, con testi di Silvia Ferrari e Rosalba Paiano. L’esposizione, a ingresso gratuito, sarà aperta fino al 13 febbraio, da martedì a venerdì dalle 9 alle 12, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 (www.comune.modena.it/museoarte, www.galleriacivicadimodena.it).

DAL PITTI A LIONE, A MODENA 14 MUSEI DELLA MODA

Dal Museo d’arte di palazzo Madama a Torino alla Galleria del costume di palazzo Pitti a Firenze, dal Museo della moda di Gorizia al Musée des tissus et des arts dècoratifs di Lione: sono 14 le istituzioni italiane e internazionali che saranno rappresentate a Modena in occasione del convegno “Antiche trame, nuovi intrecci: conoscere e comunicare le collezioni tessili”, in programma venerdì 26 e sabato 27 novembre alla Camera di commercio di Modena in via Ganaceto 154 (www.convegnotessili.it). Per Modena, le due giornate saranno anche l’occasione di valorizzare la collezione Gandini del Museo d’arte, che conta 2 mila 500 frammenti di tessuti antichi.

All’iniziativa, promossa dal Museo civico d’arte in collaborazione con l’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna e il Dipartimento dei storia delle arti dell’Università di Pisa, partecipano anche il Museo studio del tessuto della Fondazione Antonio Ratti di Como, il Centro studi tessuto e Moda Dvj di Genova, l’istituto di Alti studi Imt di Lucca, le Raccolte civiche del Castello Sforzesco di Milano, il Museo del Tessuto di Prato, il Museo Fortuny di Venezia. Dall’estero saranno rappresentati, oltre a Lione, il Museo del Traje di Madrid, l’Abegg Stitfung di Riggisberg (Svizzera), il Centre de Documentaciò i Museu Tèxtil di Terrassa (Spagna).

La due giorni di studio sarà accompagnata da eventi collaterali che coinvolgeranno la città. Nella sala Gandini del Museo civico d’arte (al Palazzo dei Musei in viale Vittorio Veneto 5), i tessuti antichi dialogheranno con l’arte contemporanea di Sabrina Mezzaqui, con l’installazione “La realtà non è forte”. Sempre al museo sarà inaugurato un percorso sensoriale dal titolo “Con/tatto” dedicato al velluto. L’allestimento punta a far conoscere questo tessuto, noto in Europa fin dal Nono secolo, ma battezzato con il nome attuale solo nel Trecento, offrendo la possibilità di toccarne dei campioni per sperimentarne la morbidezza, i motivi decorativi, le anelline e i ciuffetti. In mostra nelle sale del museo anche abiti originali dell’Ottocento.

6) Segni, 2005-2009. Libro con copertina ricamata a mano courtesy Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Le Moulin e Galleria Massimo Minini, Brescia

8) Frammento Italia, ultimo quarto del sec. XIX. Cannettato broccato, fondo laminato. particolari a ricamo Modena, Museo Civico d’Arte, Sala Gandini

10) Bordo figurato, Firenze, secondo quarto del sec. XVI. Lampasso lanciato Modena, Museo Civico d’Arte, Sala Gandini