Circa ventimila lavoratori e lavoratrici, giovani, pensionati sono in partenza sabato 27 novembre dall’Emilia Romagna verso Roma per la manifestazione nazionale Cgil sotto lo slogan “Il futuro è dei giovani e del lavoro”: 300 i pullman, tre i treni speciali da Bologna, Modena e Reggio Emilia, inoltre tanti i mezzi privati autorganizzati. La manifestazione di Roma prevede due cortei da Piazza della Repubblica e da Piazzale dei Partigiani fino a piazza San Giovanni, con intervento conclusivo del nuovo leader Cgil Susanna Camusso.

Il segretario generale Cgil regionale Vincenzo Colla ha illustrato stamattina in conferenza stampa le ragioni e gli obiettivi della giornata di lotta, che in questi giorni sono stati al centro di una grande campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e nelle leghe Spi, degli attivi di dirigenti e delegati svolti in tutte le province e degli innumerevoli incontri con istituzioni, partiti, associazioni e movimento degli studenti, che hanno prodotto sostegno e larghe adesioni.

“Nelle scelte politiche del governo – ha sottolineato Colla – c’è l’attacco ai diritti del lavoro e alla contrattazione, c’è il taglio drastico delle risorse locali e dello stato sociale, ma non c’è futuro per il paese e in particolare per i giovani, oggi costretti alla precarietà che li priverà domani di una pensione dignitosa. Abbiamo bisogno di interlocutori validi per traghettare la crisi, per mettere in campo rapidamente una seria politica economica e industriale, per aggredire il tema colossale della redistribuzione del reddito, contro l’ingiustizia intollerabile che ancora una volta fa pagare ai lavoratori e ai pensionati il prezzo più alto, mentre non si toccano le rendite e i grandi patrimoni. Questo governo ha fallito e deve andarsene.”

Colla ha fatto anche il punto della crisi in territorio regionale, dove tira aria pesante, la cassa integrazione straordinaria e in deroga dilagano, aumenta il tasso di disoccupazione e 120.000 persone, in gran parte giovani, sono in cerca di lavoro. Nonostante qualche segno di ripresa per l’export, il 2011 si profila ancora più drammatico per l’occupazione. Il Tavolo regionale anticrisi tra Regione, istituzioni locali, parti sociali, sta definendo le priorità da salvaguardare di fronte al taglio delle risorse deciso del governo e i capitoli sono: ammortizzatori, sanità e servizi alla persona, emergenza trasporto pubblico locale, istruzione-innovazione-ricerca a partire dai Poli tecnologici. “Ma tutta la società regionale – ha concluso Colla – è di fronte alla sfida della riprogettazione e innovazione dell’insieme del sistema pubblico, sul piano istituzionale, delle reti infrastrutturali e dello stato sociale: una scommessa nella quale anche il sindacato dovrà fare la sua parte.”

CIG E-R: I DATI PIU’ SIGNIFICATIVI (ordinaria, straordinaria, in deroga)  – Cfr gennaio-ottobre 2010 / gennaio-ottobre 2009

– CIGO+CIGS+CIGD: nei primi dieci mesi del 2010 il ricorso complessivo alla cassa in Emilia Romagna (ordinaria, straordinaria, in deroga) ammonta a oltre 99 milioni di ore (da notare che in tutto il 2009 è stato di 64,9 milioni); nello stesso periodo gennaio-ottobre 2009 è stato di 46,6 milioni di ore ed è quindi aumentato del 112,6% (aumento Italia +44% gennaio/ottobre 2010/2009).

– La CIGO (ordinaria): stesso periodo cala in Italia del 36,8% e cala in regione del 31% (da 34,9 mln ore a 24,1 mln ore), con una tendenza ad allinearsi al trend nazionale.

– La CIGS (straordinaria): stesso periodo cresce in Italia del 159,6%, ma molto di più in Emilia Romagna con +269,6%, a quota 29 milioni di ore utilizzate.

– La CIGD (in deroga): a ottobre 2010 supera i 45,7 milioni di ore e pur considerando che in Emilia Romagna l’Inps ha imputato nel 2010 periodi di cassa relativi all’anno precedente, il numero è eclatante, visto che nel 2009 il dato CIGD ammonta a 3,7 milioni di ore.

– La quota Emilia Romagna/Italia nell’utilizzo della cig, che storicamente si è sempre attestata tra il 3-4%, raggiunge il 9,6% nei primi dieci mesi del 2010.

La Cgil regionale sottolinea alcuni aspetti: 1) questi dati indicano chiaramente che in Emilia Romagna le dinamiche negative della cig sono più accentuate rispetto a quelle nazionali (come si legge alla voce “quota E-R/Italia”, il peso relativo della regione si appesantisce fin quasi al dieci percento, pur restando ancora più basso di altre realtà regionali come Lombardia e Piemonte); 2) il calo della cigo, legato all’esaurirsi dei termini per il suo utilizzo, viene largamente controbattuto dalla vera e propria esplosione della cig straordinaria (per esempio nella meccanica la CIGO cala di oltre 10mln di ore e la CIGS aumenta di oltre 31mln); 3) i numeri stratosferici della cig in deroga (pur con l’avvertenza della sfasatura nell’imputazione dei dati), insieme a quelli della CIGS, segnalano l’ampiezza della crisi e nel contempo il ruolo fondamentale svolto dagli ammortizzatori, dal Patto Regionale 2009 e dalla contrattazione, che hanno permesso di salvare migliaia di posti di lavoro. Se mancassero queste coperture, potrebbero saltare dai 50 ai 60mila posti di lavoro, secondo le stime della Regione.