“Io sono stata costretta a vivere senza mio padre, ma posso andare fiera del suo nome e del suo esempio. Io ho avuto dignità, libertà, onore. Basta un niente per perderli”, sono le parole di Rosanna Scopelliti una ragazza di 27 anni che aveva soltanto 7 anni quando suo padre, il giudice Antonino Scopelliti veniva ucciso. Sarà proprio Rosanna Scopelliti ad essere ospite, insieme ad Aldo Pecora il 26enne fondatore del movimento antimafia Ammazzateci Tutti, ad essere ospite della Gabella di via Roma martedì 21 dicembre alle ore 21.

L’incontro promosso dal Consorzio Oscar Romero nel progetto Percorsi di cittadinanza e legalità, nasce in collaborazione con Giovani a Reggio Emilia contro le mafie e porterà a Reggio l’esempio di due giovani che hanno scelto di impegnarsi per contrastare le criminalità organizzate.

A Reggio Emilia la figlia del giudice Scopelliti e Aldo Pecora presenteranno il libro “Primo Sangue” che racconta la storia difficile e toccante di un giudice scomodo, che con il suo operato spinse Cosa Nostra ad adottare la soluzione stragista poi applicata anche a Falcone e Borsellino. Antonino Scopelliti fu assassinato in un attentato della ‘ndrangheta il 9 agosto 1991. Prima che la linea stragista di Cosa Nostra si affermasse, fu il primo caso di attacco diretto alla magistratura da parte della criminalità organizzata. L’omicidio di Scopelliti, però, all’epoca non venne compreso appieno dallo Stato: la sua morte archiviata in fretta e i colpevoli, identificati in membri della ‘ndrangheta che eseguivano un ordine di Totò Riina e Nitto Santapaola, tutti assolti in Cassazione dopo una lunga e dolorosa vicenda processuale. Anche il ricordo del primo magistrato vittima degli assalti mafiosi è stato quasi completamente cancellato. Rosanna Scopelliti è figlia “inesistente” per motivi di sicurezza, mai registrata all’anagrafe e trasportata in una valigia durante gli spostamenti del padre perché nessuno la vedesse e, che all’epoca dell’attentato aveva otto anni, ricostruisce oggi, con l’aiuto di Aldo Pecora, una vicenda che rappresenta ancora una ferita aperta per la sua famiglia e l’Italia. Il libro di Aldo Pecora, edito da Rizzoli, raccoglie le testimonianze della figlia del giudice e dei magistrati Salvatore Boemi e Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica aggiunto di Reggio Calabria, aprendo scenari inediti sull’assassinio del magistrato e proponendosi la riapertura delle indagini e la celebrazione di un nuovo processo sull’omicidio dopo l’assoluzione definitiva degli esponenti di Cosa nostra, tra cui Toto’ Riina, accusati di essere stati i mandanti dell’assassinio. In Primo sangue Aldo Pecora riapre il caso Scopelliti, ricostruendo una vicenda che ancora costituisce una vergogna per le nostre istituzioni, e narrando non solo eventi inediti, ma una storia familiare difficilissima. Il dolore per quella morte tanto feroce porterà con gli anni Rosanna a impegnarsi attivamente, assieme allo stesso Pecora, nel contrasto civile alla ’ndrangheta con l’associazione Ammazzateci Tutti. Nel tentativo, ancora oggi in atto, di fare giustizia anche per la memoria di Antonino Scopelliti.

Aldo Pecora, nato a Reggio Calabria nel 1986, è giornalista, autore televisivo e blogger. Nel 2005 ha fondato il movimento antimafie Ammazzateci Tutti, che tuttora presiede, e dal 2007 è segretario organizzativo della Fondazione Antonino Scopelliti. Attualmente lavora per Rai Educational.