Da quando la bandiera italiana sventola nel bosco di Cernaieto, gli atti vandalici sono stati continuativi; con pazienza e amore, i volontari, i parenti delle vittime hanno ogni volta riparato ai danni e ripulito la zona dagli atti di teppismo. Il vetro antisfondamento che ricopriva la targa con scritti i ventitre nominativi dei Martiri era stata sfregiato e addirittura crivellato con colpi di arma da fuoco, rendendo illeggibili le iscrizioni. Una cattiveria inaudita contro persone cadute 65 anni fa. Oggi in occasione delle festività natalizie, il piccolo mausoleo, grazie soprattutto alla magnanimità commendator Gianlorenzo Olivetti e alla manodopera di Paolo Viappiani (figlio della Martire Paolina, uccisa solo perché il capo partigiano, padre di Paolo, si era invaghito di un’altra donna), è stato rimesso a nuovo. Il vetro antiproiettile è stato sostituito con uno più robusto e con spessore maggiore, il supporto in acciaio riverniciato e ricollocato al suo posto. La memoria dei Caduti è più viva che mai… Cernaieto continuerà ad essere il luogo in cui i parenti delle vittime potranno pregare i propri cari e ricordare le atrocità della guerra civile. Non si può abbattere la memoria. Natale splende per tutti destra, sinistra e centro.
E’ fallito l’ennesimo tentativo di cancellare la storia, e con essa il ricordo di coloro che hanno vissuto quel tragico periodo. Tutti conoscono l’ eccidio, un crimine partigiano commesso a guerra finita in un luogo nascosto e lontano dagli occhi indiscreti.
In questi anni molti sono stati i tentativi di intimidazione: telefonate e lettere anonime, scritte sui muri. Solo quest’anno sono state cinque le denunce presentate alle Forze dell’Ordine. L’unica mia colpa è quella di aver ridato dignità alle famiglie e ricordato un crimine taciuto per oltre 60 anni. Avevano cancellato le prove, bruciato gli archivi, fatto sparire dalle anagrafi comunali i referti necrologici. Ma la storia non si cancella.
Cernaieto e i suoi simboli, targa e croce in ricordo dei ventitre militi e civili, massacrati a guerra finita, sembrerebbe essere stato il principale bersaglio da parte dei cosiddetti gruppi antagonisti facenti capo o ai centri sociali della provincia o a qualche nostalgico del PCI. La storia non abbandona i propri figli. Non saranno certo i demolitori di monumenti o il sottoscritto a cambiare il corso degli eventi.

