In occasione del via alle celebrazioni dei 150 anni della proclamazione dell’Unità Italiana, che oggi si tiene a Reggio nell’Emilia alla presenza del Presidente della Repubblica, città dove il 21 gennaio 1799 fu adottato il “tricolore“, vorremmo, insieme ad alcuni immigrati dal Sud Italia di prima, seconda e terza generazione dare il nostro contributo alla discussione su alcuni passaggi, purtroppo trascurati dai libri di storia adottati nelle scuole.

Recentemente anche a Sassuolo ci sono state letture del tutto legittime da parte del movimento politico della Lega Nord circa la funzione politica,di governo, di fatti accaduti nel Ducato di Modena, nella figura di Francesco IV.

Come noto a Sassuolo,vivono tanti cittadini provenienti dal Sud Italia, per stare in tema, dall’ex Regno delle Due Sicilie e che legittimamente hanno le loro letture storiche nella complessa tematica della unificazione.

Innanzitutto vorremmo che ci fosse riconosciuto l’importante contributo dato alle battaglie, vere battaglie, per la libertà e la dignità di un popolo relegato ai margini della costruzione unitaria.

Un fatto, per tutto. Quando in Sicilia, notizie della unificazione della parte centrale della penisola al Piemonte, attraverso i “maneggiati pleblisciti“, i “DEMOCRATICI“ che avevano il controllo politico della situazione, visto che non avevano mai smesso di fare passi indietro rispetto al 1848, attraverso Crispi e Rosolino Pilo, nel 1859, si cominciò a parlare e lavorare per la “rivoluzione“ anche se, per il bene della unificazione, si optò per l’assetto istituzionale monarchico.

Si puntò sullo spirito di rivolta dei contadini, inquadrati politicamente e con l’aiuto delle armi fornite dal Generale Garibaldi.

Grande impegno politico, militare, logistico da parte della Massoneria,vilmente accusata negli anni 80 (1980) da parte della Signora Anselmi, della canea cattolica, appoggiata dal PCI, di cospirare contro lo Stato, contro quello Stato che avevano, con il sangue, costruito. Ovviamente ci riferiamo alla Massoneria ufficiale!

I fatti successivi, per tornate al tempo della rivoluzione, per la doppiezza piemontese, rappresentata dai Savoia e da Cavour, ci hanno dimostrato in quale stato di abbandono relegarono il Sud e che a tutt’oggi persiste ancora.

Questa chiave di lettura dei fatti ci consente di credere e lavorare per la trasformazione dello Stato Italiano, in Stato Federale, senza “se“ e senza “ma“, se volete senza aggettivi per mettere fine, dopo 150 anni, agli errori politici che di fatto hanno spaccato e continuano a spaccare l’Italia.

Ultima notazione, cosa già fatta in Consiglio Comunale a Sassuolo, per ricordare una martire degli ideali di libertà, per di più donna, portata al “patibol “,senza mutande, in Piazza Mercato a Napoli il 20 agosto 1799, ci riferiamo alla Signora Eleonora Fonseca Pimentel! Forse stavolta l’Assessore Cuoghi, visto che ha giustamente ricordato i fatti della Repubblica Cisalpina, voglia rendere onore alla “donna“ ed alla “patriota“ !

Mario Cardone – Libero Pensiero