Il capogruppo Pd in Consiglio provinciale Luca Gozzoli interviene nel dibattito sull’ipotesi di fusione per i Comuni che otto anni fa hanno dato vita all’Unione Terre di Castelli. «Per anni il progetto di Unione realizzato nella media valle del Panaro è stato esempio seguito da altri progetti analoghi. Nel 2000 si avviò un’importante fase di analisi e studio per dare nuova linfa all’azione amministrativa e strategica di quel territorio. L’allargamento a Zocca, Guiglia e Marano avvenuto all’inizio della legislatura dimostra come gli amministratori di quel territorio siano sempre alla ricerca del raggiungimento di quella “massa critica” ottimale che consente di realizzare efficacia ed efficienza nella gestione dei servizi.

Per far questo occorre costruire consenso e fornire servizi migliori e più efficaci, armonizzando tariffe ed erogazione dei servizi, per garantire a tutti i cittadini di un territorio così vasto e geograficamente diverso le stesse opportunità. E’ giusto ricordare che discutiamo di una delle poche Unioni d’Italia che da subito ha deciso di mettere in comune servizi strategici (scuola, territorio, sanità, promozione turistica, sicurezza). Oggi l’attenzione dei nostri Sindaci (non solo dell’Unione) è obbligatoriamente dedicata alla ristrutturazione di interi capitoli di bilancio a causa dei tagli della manovra Tremonti con evidenti difficoltà e ripercussioni sul bilancio dell’Unione. Premesso ciò ricordiamo che la legge che istituì associazioni e unioni di comuni fu subito approvata prevedendo associazioni e fusioni (parliamo della fine degli anni 90). Fu in seguito modificata, visto l’insuccesso, all’epoca, delle ipotesi di fusione.

Propongo che nel 2011, anno del 150° anniversario dell’unità della nazione, si promuovano studi e ricerche per offrire ai consiglieri comunali, ai cittadini e alle rappresentanze sociali ed economiche gli strumenti più adatti per poter valutare in merito alla scelta dell’Unione.

In attesa di avere a disposizione tutti gli elementi per poter decidere dobbiamo dispiegare al meglio le potenzialità dell’Unione in una fase in cui le politiche del governo in materia economica e istituzionale sono chiaramente ostili agli enti locali. E’ su questo terreno – quello delle riforme e del ruolo degli enti locali – che chiediamo risposte alla Lega e al centrodestra, partendo da quel federalismo che, nonostante i proclami, nessuno intravede all’orizzonte».