In merito all’annuncio dei rappresentanti di un associazione di cittadini marocchini che vive a Vignola, di presentarsi con una propria lista alle prossime elezioni amministrative, il Consigliere regionale del Popolo della Libertà, Andrea Leoni, ha dichiarato:

“La creazione di una lista di immigrati alle prossime elezioni amministrative di Vignola è il segno della volontà di certi stranieri di non volersi integrare realmente e di autoghettizzarsi anche all’interno delle istituzioni. Visto che molti di loro hanno già ottenuto la cittadinanza italiana che bisogno anno di distinguersi dagli altri cittadini? Il diritto alla casa, o ai servizi sanitari è per tutti o vogliono istituzionalizzarlo come un privilegio solo a favore degli extracomunitari? Di questo passo vedremo alle prossime elezioni spuntare una o più liste per ogni etnia? Se questi signori fossero e si sentissero integrati non avrebbero certo bisogno di creare liste etniche”.

Così il Consigliere regionale del Popolo della Libertà, Andrea Leoni, in merito all’annuncio dei rappresentanti di un associazione di cittadini marocchini che vive a Vignola, in provincia di Modena, di presentarsi con una propria lista alle prossime elezioni amministrative.

“Se vogliono partecipare alla vita politica ed istituzionale hanno tutte le possibilità di farlo scegliendo tra i tanti partiti e movimenti presenti, senza dover creare enclave politiche. Ci sono tanti stranieri che hanno ottenuto ampia rappresentanza all’interno dei partiti tradizionali, sia di centro destra che di centro sinistra. Possono farlo anche loro. Quello che sta succedendo a Vignola dovrebbe essere da monito anche per il PD che fino ad ora ha rincorso il voto ed il consenso degli stranieri riempiendoli di privilegi e battendosi per garantire loro il diritto di voto prima di ottenere la cittadinanza. Dispiace vedere che dei cosiddetti nuovi italiani decidano di fare ancora gli stranieri. Questa situazione la dice lunga anche sulla modalità di concessione della cittadinanza italiana che devono essere certamente riviste. Il termine burocratico dei 10 anni trascorsi sul territorio non basta per avere nuovi cittadini. E’ necessario prevedere un articolato percorso che garantisca una vera adesione ai valori nazionali e non solo la voglia utilizzare questo strumento per tutelare le esigenze degli stranieri”.