In relazione alle notizie apparse in questi giorni sugli organi d’informazione relative alla Fondazione per l’Istituto Tecnico Superiore (ITS) della Meccanica e Materiali, la Cgil di Modena e il sindacato scuola-università Flc/Cgil ritengono opportuno esplicitare la propria posizione in virtù dell’essere stati i sindacati, fin dall’origine di questo processo, interlocutori di parte sociale.

Gli ITS rappresentano una risposta di eccellenza nell’ambito formativo, ai fabbisogni produttivi ed economici del territorio, ed è nostra piena condivisione sviluppare il loro innesto sull’attuale modello di istruzione, in un’ottica pienamente innovativa.

Per il compito che ci siamo posti e per le ragioni che mettiamo in campo, non si vorrebbe, però, lasciare intendere che la costituzione in Fondazioni (a Modena è capofila ITI Corni) richiami ad interessi privatistici e libertà d’azione, in virtù della partecipazione economica e della responsabilità amministrativa assunte dalle aziende coinvolte.

Si tratta di un percorso specializzante, alternativo all’università, che comunque occupa un settore importante dell’istruzione e i cui contenuti, essenzialmente formativi, si articolano in un sistema di competenze qualificate rivolte all’impresa.

L’intero percorso degli ITS dà garanzia della richiesta sindacale unitaria in tema di pari dignità dei soggetti nella Fondazione; la costituzione della struttura statutaria vede, infatti, un ruolo prevalente del “pubblico” al fine di evitare che l’istituzione formativa possa essere asservita al condizionamento di chi la finanzia.

I riferimenti sono impliciti anche nei soggetti facenti parte dello statuto: capofila è un Istituto Tecnico statale, il cui Dirigente Scolastico (a Modena) è presidente della Fondazione; il Consiglio di Amministrazione è a maggioranza pubblica; non sono presenti associazioni di rappresentanza datoriale, ma singole imprese; la logica di concertazione istituzionale vedrà sempre coinvolti gli assessorati di riferimento e il MIUR.

Nel ribadire pieno sostegno al progetto che, innegabilmente, investe sulla crescita professionale dei giovani e sullo sviluppo locale, si registrano però forti ritardi su alcuni requisiti-chiave del sistema, come l’individuazione delle figure professionali e dei relativi standard di competenze, nonché l’organizzazione dei curricoli, condizioni essenziali per la certificazione nazionale.

E’ evidente che il sistema non appare ancora “a regime” e la prospettiva di attuarne l’avvio dal prossimo anno scolastico necessita di condizioni che si possono realizzare solo con la riapertura di un tavolo istituzionale e con un ampio e costruttivo confronto tra le parti.

(Cgil Modena – Flc/Cgil Modena)