In una perquisizione straordinaria nella casa di lavoro di Saliceta San Giuliano a Modena stamani alle 4, gli agenti della polizia penitenziaria hanno rinvenuto, all’interno di una cella, un telefono cellulare perfettamente funzionante, dotato di scheda sim e caricabatterie. Ne dà notizia Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria, secondo cui nello stesso istituto, ieri sera un internato che stava rientrando dalla licenza ha tentato di far entrare nella struttura detentiva un coltello di oltre dodici centimetri e 170 euro, il tutto nascosto nelle suole delle scarpe.
”Dobbiamo ricordare – scrive Durante – che in tutte le strutture detentive è vietato tenere i soldi che al momento dell’ingresso vengono depositati su un conto corrente, gestito dall’Amministrazione penitenziaria. Sono frequentissimi gli episodi di detenuti e internati che tentano di far entrare nelle strutture penitenziarie oggetti non consentiti, tra i quali, soprattutto, i telefoni cellulari. Sarebbe quindi opportuno procedere alla schermatura degli istituti, ovvero dotare la polizia penitenziaria di appositi rilevatori di telefoni cellulari”.
”A Saliceta, poi – conclude il Sappe – alle difficoltà già esistenti si aggiungono direttive che definire improprie è poco. Infatti, il dirigente ha disposto che le perquisizioni degli internati possono essere fatte solo con il metal detector, tranne i casi di fondato sospetto. Con il metal dector, però, non è possibile rilevare molti degli oggetti non consentiti, come i soldi”.
A Saliceta ci sono 61 internati presenti e 23 in licenza, gli agenti di polizia penitenziaria sono circa 40; per il Sappe ne mancano almeno 20.

