In occasione della Giornata della Memoria in Prefettura si è svolta la cerimonia che ha visto la consegna delle medaglie d’onore ai cittadini italiani militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra. Tra i meritevoli della medaglia, consegnata dal prefetto Antonella De Miro, era presente anche un povigliese: Amedeo Cantoni, che prestò servizio in Grecia e che, in seguito all’armistizio, venne fatto prigioniero dalle truppe tedesche e destinato al lavoro nella miniera di Bor in Serbia.Alla cerimonia ha preso parte anche il Primo Cittadino di Poviglio che ha espresso “ammirazione e gratitudine per gli uomini e le donne che negli della Guerra riuscirono a resistere nonostante gli abusi e le privazioni che furono costretti a subire. La storia di Amedeo Cantoni, costretto al lavoro coatto per l’economia di guerra, è purtroppo la storia di molti uomini – ha dichiarato il Sindaco Manghi -, vicende che non dobbiamo dimenticare”.

La storia di Amedeo Cantoni

Amedeo Cantoni, classe 1919, venne chiamato alle armi nel 1940 nella Caserma “Spaccamela” di Udine dove svolge un corso da radio-telegrafista. Il 10 settembre del 1941 viene imbarcato sulla nave “Piemonte” che lo porterà ad Atene, per poi imbarcarsi a Rodi e successivamente giungere sull’Isola di Samo.

L’annuncio dell’armistizio gettò i soldati in uno stato di confusione, così che Cantoni decise di salire su di una imbarcazione insieme ad alcuni compagni per dirigersi verso la Tunisia, dove sarebbero stati in salvo.

La fuga non andò come previsto e un’imbarcazione tedesca condusse Cantoni e compagni sull’isola di Càlino ed infine ad Atene dove iniziò per Cantoni il viaggio della deportazione che lo portò, su carri bestiame, a Salonicco, Skopje, Niss ed infine a Bor, sede del Dulag 161 in Serbia, dove Amedeo Cantoni lavorò in una miniera di rame sorvegliata dalle SS. Il 29 settembre 1944 per Cantoni ed altri 3 prigionieri venne il momento della fuga. Aiutati da alcuni partigiani di Tito, Cantoni e gli altri furono nascosti in Bulgaria, sistemati nel giardino di Re Boris III e di sua moglie Giovanna, figlia del Re d’Italia Vittorio Emanuele II, dove rimase fino al marzo 1945 per rientrare definitivamente a Poviglio il 4 maggio dello stesso anno.

Gli eventi della Memoria. Spettacolo del 4 febbraio

In memoria della tragica esperienza dell’Olocausto il Comune di Poviglio – Assessorato alla Cultura insieme al Circolo ANPI “Eugenio Curiel” di Poviglio presentano venerdì 4 febbraio lo spettacolo “Il diavolo è un tempo disgraziatamente lungo”.

Il Kaleidos – sala “Sergio Tagliavini” – ospiterà dalle ore 21.00 una esperienza di “teatro della memoria” realizzato e interpretato da Mariangela Dosi e Daniela Stecconi con la collaborazione di Rossana Iotti.

Due attrici “provano” ad interpretare alcune vittime della storia, dall’antichità ai giorni nostri, dialogando con i personaggi ma anche e soprattutto con se stesse. Fra dubbi, sconforti, paure, incomprensioni, domande e attese di risposte, decidono di scomodare perfino Dio, perché a noi mortali è toccato di avere in dono il libero arbitrio, ossia la possibilità di scegliere il male oppure no.

Lo spettacolo è realizzato con la collaborazione dei circoli ANPI di Boretto, Campegine, Castelnuovo Sotto e Gattatico.

Per informazioni: Biblioteca COmunale di Poviglio 0522.960426 – biblioteca@comune.poviglio.re.it.