Nei giorni scorsi sulla stampa locale è apparsa un’intervista alla direttrice dell’Archivio di Stato di Modena, nella quale si lamenta il poco amore ed interesse di Modena e dei modenesi per il proprio passato, argomento venuto alla ribalta a seguito dell’iniziale esclusione della città dalla mostra “La Bella Italia”, organizzata in occasione del 150° dell’Unità d’Italia.

La “Lista civica per Sassuolo” è particolarmente sensibile a queste tematiche, avendo a cuore la riscoperta delle nostre tradizioni ed identità culturale e la loro diffusione. Ci chiediamo allora se il problema sollevato dalla studiosa modenese possa valere anche per Sassuolo: i nostri concittadini, in particolar modo le nuove generazioni, conoscono la storia della loro città e le testimonianze artistiche che ci ha lasciato?

Ad esempio, quanti sanno che fino al 1600 Sassuolo è stata capitale di un piccolo stato, retto da una Signoria di antica nobiltà, in relazione con le principali dinastie della Penisola ed esponenti della cultura del tempo? Soprattutto grazie alle smanie dell’ultimo esponente di questa casata, Marco Pio di Savoia, Sassuolo si trovò coinvolta in questioni politiche e diplomatiche che oltrepassarono i confini nazionali. A quest’ultimo “principe” dobbiamo la Guglia che svetta in piazza Grande, alla quale ultimamente non è stata posta l’attenzione che invece meriterebbe.

E dopo, per oltre due secoli, grazie a Francesco I d’Este, che trasformò l’antico castello in Palazzo Ducale, Sassuolo assunse un importante ruolo all’interno del Ducato di Modena, divenendo, nei periodi dell’anno in cui la corte Estense vi si trasferiva, il fulcro della vita politica e culturale dello stato. Ospitando la famiglia ducale, Sassuolo diede i natali a diversi principi della casata, oppure ne vide la loro morte, come nel caso di Francesco II (la cui sorella, Maria, fu l’unica principessa italiana a salire sul trono inglese), avvenuta nel 1694.

Per la sua storia, e per la magnifica cornice del Palazzo Ducale, riteniamo che Sassuolo avrebbe tutte le carte in regola per accogliere un museo dedicato al Ducato Estense, seguendo l’esempio di altre città (vedi Parma con la raccolta dedicata a Maria Luigia d’Austria e ai Borbone). Per allestirlo, si potrebbero utilizzare le raccolte dell’ex Museo del Risorgimento di Modena, chiuso ormai da anni, e le opere contenute nei magazzini della Galleria Estense, o provenienti da altri musei italiani, non esposte per mancanza di spazi.

Osserviamo che nel corso degli anni, grazie soprattutto ad appassionati studiosi di storia ed arte locale (fra tutti, ricordiamo Vincenzo Vandelli e Luca Silingardi), tanto è stato fatto per promuovere la conoscenza del nostro passato, ma pensiamo che questo tipo di divulgazione abbia fatto presa solo su una cerchia ristretta di cittadini. I giovani, ad esempio, dovrebbero esser maggiormente coinvolti, con progetti mirati per i diversi tipi di scuole, nella convinzione che la storia non è fatta solo dai grandi avvenimenti nazionali e mondiali, ma anche dalle vicende delle comunità locali.

Da parte della nostra Lista c’è l’impegno a promuovere questi temi, cominciando proprio dalle poche annotazioni sopra esposte, confidando possano provocare una discussione che coinvolga tanto il mondo politico che quello della cultura, complice il particolare periodo fecondo di iniziative ed interesse per la storia nazionale.