E’ l’export l’unica vera strategia che le piccole imprese di Bologna, con l’occhio rivolto ai mercati internazionali, hanno per uscire dalla crisi e attuare nuove politiche di crescita. E’ quanto emerge dal VII rapporto Unicredit sulle piccole imprese che mostra anche come queste ultime guardino al futuro con rinnovato ottimismo (si riduce di un punto, da -5 a -4, il gap tra il dato nazionale e provinciale gia’ riscontrato nel 2009). Per il 35,6% degli imprenditori bolognesi intervistati il processo di internazionalizzazione avrà come conseguenza una maggiore richiesta di personale qualificato e si giocherà per lo più sul terreno di un miglioramento qualitativo dei prodotti offerti. L’attesa sull’apertura di nuove opportunita’ di mercato (26%), pur importante, risulta pero’ significativamente inferiore al dato regionale (36%) e nazionale (33,5%), forse in conseguenza al fatto che gli imprenditori bolognesi, in una regione fortemente vocata all’estero, hanno gia’ sfruttato in parte le opportunita’ legate ai nuovi mercati (5,8% vs 4,6%).

Allo stato attuale si registra tuttavia come, per tre piccole aziende su quattro, l’area in cui si sviluppa il business raramente supera i confini provinciali e regionali (cio’ vale sia a livello provinciale che regionale). I maggiori livelli di fiducia risiedono però, al contrario, su quelle che si aprono sui mercati esteri (8 punti in più, 108 vs 100). Per avere successo, indica inoltre il rapporto, occorre puntare sul made in Italy, cercare nuovi sbocchi commerciali (anche nei paesi emergenti dell’est europa), dar vita dove possibile a reti di imprese per superare i vincoli della piccole dimensioni. In tutta la provincia bolognese, infatti, si nota ad oggi una scarsa propensione delle imprese a collaborare tra loro (oltre il 50% degli intervistati dichiara di non avere avviato alcuna forma di collaborazione con altre imprese della zona). Per quanto riguarda in rapporti con banche e istituzioni, il 60,6% delle imprese interpellate punta a una diffusione capillare di sportelli sul territorio nazionale (il 50% anche a livello internazionale, mentre viene ritenuto importante il ruolo di sostegno delle associazioni di categoria: ad esempio nella partecipazione a fiere di settore all’estero (74,7%) all’orientamento nella ricerca del partner finanziario (56,8%) senza trascurare il sostegno nella valutazione delle opportunità commerciali (52,6%) e delle rispettive controparti (51,6%).