“Bisogna ripartire dall’economia. E’ li’ la chiave di tutto”. C’e’ tutta la cultura dell’uomo delle imprese nel programma elettorale presentato oggi a Bologna da Stefano Aldrovandi, ex ad di Hera che si e’ candidato a sindaco come civico. Prima di tutto Aldrovandi pensa ad una gestione amministrativa fondata sulla sussidiarieta’ tra pubblico e privato.

“Dovremo forgiare una grande alleanza con i cittadini, le loro associazioni, le imprese e le banche e uscire dall’ossessione dell’autosufficienza del pubblico per attingere alle vaste risorse private” spiega, precisando che questo deve avvenite “con contratti trasparenti”.

L’imprenditore e’ deciso inoltre a far fruttare il patrimonio del Comune: mobile, immobile e societario, usando “strumenti finanziari non speculativi per dare forza agli investimenti”. Ma soprattutto l’ex presidente della Fondazione Del Monte pensa alla creazione di “un Lloyd’s dell’equity: una societa’ finanziaria pubblico-privata che copra con un’assicurazione parte del capitale investito dai privati” a Bologna. Un modo “per fare guadagnare il Comune e per attrarre capitale”.

Per Aldrovandi “non basta che Bologna sia benestante: deve essere ricca anche di tante altre cose, di arte, di giardini. Deve essere viva, bella, accogliente; una meta turistica di prima grandezza, una capitale del sapere e del viver bene”. Traguardo, questo, da realizzare attraverso “un patto con l’Universita’”, ma anche la valorizzazione dei giovani talenti che devono avere spazi di ritrovo e di espressione.

Un’idea, contenuta nel programma, e’ quella di chiudere con delle vetrate i tanti cortili interni ai palazzi comunali per farli diventare luoghi di eventi culturali. E “la cattedrale della cultura di Bologna” secondo l’ingegnere non puo’ che essere Palazzo D’Accursio. Sul piano del welfare, l’attenzione e’ riposta sulle fasce piu’ deboli, a partire dagli anziani soli, dai genitori con figli in eta’ scolare, ma anche i giovani precari. Per i nidi, in particolare, Aldrovandi conta sulle cooperative sociali e comunque sempre su un’impostazione mista di sussidiarieta’ tra pubblico e privato.

Quanto, invece, al traffico il candidato a sindaco boccia il progetto del Civis. “E’ un progetto che va cambiato, perche’ non ci possono volere 10 anni per fare un tram” attacca l’imprenditore che pensa ad una modifica del tragitto (da porta Mazzini, non oltre via Irnerio), ricordando che “i cantieri stanno impattando troppo sulla citta’”.

Tra le misure da rivedere anche “Sirio, che e’ uno strumento intelligente, che si puo’ rendere ancora piu’ intelligente, ma non e’ l’obiettivo”. L’obiettivo, rimarca, “e’ una citta’ veloce, comoda e non inquinata” che sara’, inoltre, illluminata in modo completamente diverso.

Un piano per il quale Aldrovandi ha gia’ stimato ci vorra’ una spesa di 1,6 mln di euro in piu’ all’anno da mettere a bilancio.

“Persona, solidarieta’ e lavoro”. Citando l’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini, Aldrovandi chiude con queste tre parole la sua presentazione, mostrando anche il manifesto elettorale che da domani sara’ affisso in citta’.

Il suo volto in bianco e nero, il nome con un piccolo logo delle due torri e lo slogan meta’ su campo bianco e meta’ sulla foto del viso ‘O cosi’. O Aldrovandi’.