Sono circa 15/20.000 le lavoratrici ed i lavoratori modenesi cui dovrebbe essere applicato l’accordo separato per il rinnovo del Contratto Nazionale del Terziario, Distribuzione e Servizi (Commercio privato) sottoscritto da Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Confcommercio il 26 febbraio.

La Filcams CGIL, Sindacato maggiormente rappresentativo nel settore, non ha sottoscritto l’accordo, chiedendo a Cisl e Uil la consultazione vincolante dei lavoratori.

Nel frattempo continuano le trattative per il rinnovo dei due ulteriori contratti nazionali del commercio, quello Confesercenti e quello della Distribuzione Cooperativa.

Quello Confcommercio è un accordo brutto ed inedito, che la Filcams CGIL ha cercato di modificare fino agli ultimi istanti di una trattativa assai anomala.

Anomala perché nessuno dei contenuti delle piattaforme sindacali è stato mai esaminato, ed al contrario perché si sono recepite gran parte delle richieste di Confcommercio, associazione ormai del tutto piegata ai voleri delle grandi catene distributive, e dove le strutture territoriali sono ormai prive di qualsiasi peso.

Sono davvero imbarazzanti i contenuti del rinnovo di un contratto separato, primo nel settore privato, che potrebbe essere applicato a circa due milioni di persone in Italia.

– Superamento dell’obbligo di versamento all’Inps del contributo di malattia, in favore di possibili fondi autonomi costituiti da Cisl, Uil e Confcommercio e, contestualmente, la progressiva riduzione della copertura per i primi 3 giorni di malattia, fino all’azzeramento.

– Incremento di 216 ore di lavoro per i nuovi assunti (in 4 anni) a parità di salario.

– Fino a 26 domeniche obbligatorie di lavoro, superando nei fatti la facoltatività della prestazione.

– Possibilità di ridurre in modo significativo, col sistema delle deroghe, i trattamenti nazionali in caso di crisi aziendali, ma anche in fasi di sviluppo dell’impresa.

– Piena applicazione del Collegato Lavoro, con la trasformazione del sindacato in un soggetto notarile che conferma clausole peggiorative nei rapporti di lavoro.

– Riduzione dei contratti aziendali e territoriali ad occasioni di ulteriore restituzione di diritti e salario, ad esempio con la possibilità di sospendere gli scatti d’anzianità.

– Introduzione di un contributo a carico del lavoratore per il Fondo Est, prima a totale carico dell’impresa.

E il risultato economico in cambio di queste enormi concessioni a Confcommercio? Certo non saranno i lavoratori del Commercio a rilanciare i consumi, coi 10 (dieci!) euro di prima tranche di aumento che hanno ottenuto. E’ la prima di 6 tranches, per complessivi 86 euro a regime, con un montante di 1800 euro nel triennio, contro i 4.000 del precedente rinnovo quadriennale (dati Cisl-Uil). Un vero contratto a metà prezzo……

Si tratta del peggior risultato nel settore privato da molti anni a questa parte, assai distante dai recenti rinnovi di altre categorie. Ciò avviene proprio mentre l’inflazione rialza la testa, con un + 2,4% nel mese di febbraio, peggior dato dal 2008. Acconsentiranno Cisl e Uil a sottoporre l’accordo Confcommercio al giudizio certificato dei lavoratori, condividendo con noi un grande momento di democrazia?

Ancora una risposta chiara non è giunta.

(Filcams/Cgil Modena)