Mi dispiace dirlo, ma commenti siffatti, oltre ad essere forvianti rispetto alla realtà, nascondono ipocrisie celate dietro alla difesa ad ogni costo di un ambiente che già da anni non c’è più.

È purtroppo vero, la decisione assunta il 3 marzo scorso ha procurato un gravissimo danno alla Montagna vista nella sua completezza e mi stupisce che in questo articolo si affermi che ciò è un atto dovuto da chi probabilmente non conosce a fondo le carte prodotte durante questi lunghi quattro anni di discussione.

Condivido la frase, che produrre energia da fonti rinnovabili è assolutamente positivo e strategico per il futuro, già il futuro che ci è stato oscurato dalle decisioni prese e che renderanno impossibile la realizzazione di impianti la dove possono essere remunerativi in termini di produzione di energia, anche a causa di chi si arroga il diritto di tutela del territorio probabilmente non conoscendolo a fondo e difendendo boschi che non sono autoctoni ma impiantati tra gli anni sessanta ed ottanta da cooperative boschive che massicciamente hanno trasformato ampie zone a prato in abetaie e pinete che spontaneamente non sarebbero mai cresciute.

Ma tant’è ed allora:

– sulla convenienza economica è ormai stucchevole la discussione, ma la ripeto spero per l’ultima volta; la convenienza economica era dimostrata dalla procedura di Via condotta dalla Provincia di Modena; pensando poi alla novità introdotta da questa Amministrazione inerente la non realizzazione della strada ex novo di Via dei Monti e con l’accordo firmato con un Ente limitrofo all’utilizzo della viabilità esistente, il dato economico migliorava di molto risparmiando 2,5 milioni di euro sul monte costi dell’intervento ed abbattendo del 60% gli esboschi ed il movimento terra rispetto al progetto iniziale, dato quest’ultimo riconosciuto anche dalla Soprintendenza;

– non sopporto poi chi si arroga il diritto a difendere l’ambiente, affermando che questo progetto non lo rispettasse in toto; gli esboschi sono stati ridotti del 60%, i movimenti terra ridotti del 60%, le piante abbattute rimpiazzate in loco con altrettante essenze più tipiche dei nostri monti e quindi non abeti e pini, non veniva più realizzata una strada cementificata o asfaltata che conduceva in quota;

– l’area non fa parte di zone a vincolo particolare, e non è meta di rotte migratorie di uccelli.

Alla domanda, legittima, se valeva veramente la pena deturpare un crinale a 1600 metri di quota, rispondo di no, non ne valeva la pena se quella zona fosse realmente così incontaminata come Lei la descrive, probabilmente non avendola nemmeno mai veduta.

Valeva la pena agganciare la produzione di energia alternativa e pulita, sottolineo pulita, rendendoci un po’ più europei e un po’ meno provinciali come Lei si sta dimostrando, anche perché l’ospitare un cantiere di per se non è piacevole per nessuno ma analizzandone poi eventuali benefici forse ne vale la pena più di quanto Lei possa pensare.

D’altronde là dove vi è sviluppo sono presenti cantieri ed opportunità anche di lavoro, oggi carenti, che Lei ed il suo partito in particolare dovrebbe difendere, ma soprattutto avrebbe dato risposte concrete alla crisi non solo degli impianti di Montecreto, ma a tutto il comprensorio sciistico della zona che tra indotto ed economia diretta impiega centinaia di famiglie residenti, tema questo a me sicuramente caro, ma non posso dire altrettanto di Lei, leggendo il suo pensiero.

Il futuro della Montagna, a mio avviso, consisterebbe in uno sfruttamento delle risorse naturali presenti sul territorio e l’incentivazione delle risorse turistiche già presenti, non certo come Lei dice in un effettivo congelamento della situazione esistente sia per quanto riguarda l’ambiente, sia per quanto riguarda il miglioramento delle stazioni sciistiche, per rendere la montagna più inalterata possibile ingessando di fatto l’intera economia dell’Alto Appennino Modenese, già sufficientemente inchiodata ai blocchi di partenza da crisi economica e maggiori spese dovute alla situazione geo-fisica dei territori.

Ciò sta rendendo sempre più difficile vivere in luoghi come questi dove le spese quotidiane si accentuano sempre più e rendono più acute le differenze con la pianura in generale.

Il Sindaco di Montecreto

Cadegiani Maurizio