Per la prima volta a Modena, al Baluardo della cittadella, giovedì 24 marzo alle ore 21.30 arriva la leggenda vivente del trombone jazz: Curtis Fuller. Classe 1934, statunitense di nascita, ma giamaicano d’origine, trombonista e compositore, Fuller è considerato uno dei massimo esponenti dell’Hard Bob.Il genere musicale nato sul finire degli anni ’40 e discendente diretto del Be Bop, che si fonda sulla massima improvvisazione ed armonizzazione sonora: ascoltare un concerto di hard bop significa immergersi nell’armonico blues che si mescola a quelli che oggi conosciamo come il funk, il soul ed il rhythm ‘n’ blues. Fuller è il più importante esponente vivente del proprio strumento, nonché una delle figure più rappresentative delle rivoluzioni stilistiche che questa musica ha attraversato negli anni cinquanta e sessanta. E’ infatti particolarmente fiero di essere l’unico trombonista ad aver inciso dischi con Coltrane, Powell e Smith ed il tutto fra l’agosto ed il settembre del 1957. È stato anche il primo trombonista ad essere incluso nell’Art Farmer Benny Golson Jazztet, per poi diventare (nel 1961) il “sesto uomo” dei Jazz Messengers di Art Blakey restando in formazione fino al 1965.

Fuller si presenta alla testa di un sestetto di tutto rispetto composto da Piero Odorici al sax tenore che vanta una lunga carriera artistica nella quale ha collaborato con musicisti di fama mondiale, Jim Rotondi newyorkese di adozione uno dei migliori trombettisti della generazione post-Hubbard, Nico Menci che è attualmente uno dei più richiesti pianisti Jazz del panorama italiano, Aldo Zunino contrabbassista tra i più quotati e Joe Farnsworth uno dei batteristi più brillanti della grande mela. Una delle caratteristiche base del genere hard bop è anche l’assenza della chitarra, strumento che non si adatta perfettamente alla presenza del pianoforte ed alle caratteristiche “percussive” degli altri strumenti presenti.

Preparatevi quindi a partecipare attivamente ad uno spettacolo che non vi lascerà impassibili!