“Le mie dichiarazioni dei giorni scorsi sul tema dei ciclisti in centro sono state riprese da politici a corto di argomenti col chiaro obiettivo di distorcerle e strumentalizzarle. Ritengo quindi opportuno metterle nero su bianco una volta per tutte. In centro storico va favorita la mobilità pedonale e ciclistica. Il recente provvedimento che istituisce la zona 30 in tutto il centro storico va in questo senso.
Il Codice della strada va rispettato e quindi anche i ciclisti sono tenuti a rispettare i divieti. Il comune di Modena non autorizzerà i ciclisti ad andare contro mano nei sensi unici poiché, qualora non vi siano gli spazi per tracciare una pista ciclabile, ciò non è consentito dal Codice della strada. Tutto ciò premesso, entra in gioco la statistica e il “buon senso”.
La statistica ci indica quali sono le zone e i punti pericolosi (incroci, passaggi pedonali, rotatorie, curve, ecc), in base al numero di incidenti con feriti che si verificano. Non avendo a disposizione mezzi e uomini per intervenire ovunque, la statistica ci fornisce un criterio oggettivo per stabilire le priorità.
Il buon senso ci porta poi a concentrare il nostro impegno sui punti effettivamente pericolosi. Ebbene, il centro storico non è tra questi . In particolare su via Canalino la statistica ci dice che non abbiamo riscontri di incidenti.
E’ solo per questo motivo che mi sono permesso di esprimere una moderata perplessità sul particolare dispiegamento di forze, tra l’altro non della Polizia municipale, in quel punto della nostra città per multare ciclisti. Dal momento che ho la responsabilità della mobilità di questo territorio ho espresso un mio parere che è quello di concentrare risorse, tempo e uomini nei punti più critici dal punto di vista della sicurezza. Se è un criterio sbagliato ne possiamo sempre discutere”.

