“Nel 2009 l’organico medico nel reparto di ortopedia dell’ospedale di Mirandola è passato da nove a sette unità. Nel 2010 l’organico dei medici del reparto si è ulteriormente ridotto di altre due unità, scendendo a cinque. In nemmeno due anni il numero degli ortopedici in servizio presso l’ospedale di Mirandola si è praticamente dimezzato”.

Ad affermarlo è il Consigliere regionale del Popolo della Libertà Andrea Leoni che ha ricevuto la risposta dell’Assessore regionale alla sanità Carlo Lusenti, alla sua interrogazione sulla riduzione dell’organico di medici ortopedici in servizio presso l’ospedale di Mirandola, in provincia di Modena.

“Purtroppo i dati forniti dall’Assessore regionale alla sanità Lusenti alla mia interrogazione confermano i timori sul graduale smantellamento di un importante reparto dell’ospedale. La risposta non lascia spazio a dubbi. Alla gravità dei numeri che confermano la riduzione dell’organico si aggiunge la preoccupazione legata al fatto che l’Ausl avrebbe bandito un avviso di mobilità per la copertura dei posti mancanti che però non avrebbe portato ad alcun risultato.

L’Assessore Lusenti conferma poi e che solo ora l’Azienda sanitaria si sta apprestando a bandire un altro concorso. Dobbiamo credere davvero che non si riescano a trovare medici disposti ad andare a lavorare al reparto di ortopedia a Mirandola o al dubbio che, come io da tempo sospetto, sia venuta meno l’intenzione di riportare a nove unità l’organico dei medici? Perché l’avviso di mobilità non ha portato ad alcun effetto? Perché il concorso per la copertura dei posti da medico mancanti al reparto da più di un anno, deve ancora essere bandito?

Da una risposta del genere l’unica cosa certa che emerge è la fondatezza dei nostri dubbi sull’impoverimento graduale di un centro ospedaliero come quello di Mirandola sacrificato come tanti altri dalla logica Baggiovara-centrica alla base del nuovo Piano attuativo locale della sanità modenese. Un reparto di eccellenza come quello di ortopedia sta per essere smantellato. Questa è la realtà. I responsabili della sanità locale dovrebbero smetterla di trincerarsi dietro slogan ed improbabili impegni. Dicano davvero che cosa intendono fare per evitare che l’ospedale di Mirandola continui a perdere pezzi”.