Capello biondo sparato, maschera d’acciaio a coprire completamente il volto, guanti d’acciaio, una tuta dalla foggia singolare dai colori bianco, nero e blu elettrico: è Robo-Ky, personaggio della serie di videogiochi intitolata “Guilty Gear X”. E proprio con l’interpretazione di Robo-Ky il modenese Emanuele Fanti, aka ‘Amuzani’, ha vinto ieri il primo premio nella categoria “Miglior personaggio singolo maschile” al “PLAY-Cos”, ovvero il contest competitivo per Cosplayer svoltosi nell’ambito di PLAY, il Festival del Gioco organizzato da ModenaFiere con la direzione tecnica del Club TreEmme. “Sono molto felice per questa vittoria – sottolinea Fanti – e vorrei fare i complimenti agli organizzatori del contest, per la serietà delle selezioni e per la professionalità con la quale l’evento si è svolto”

L’evento “PLAY-Cos”

Erano trentotto gli iscritti al contest, in realtà una settantina di persone perché nell’elenco risultavano molti gruppi e molte coppie. Il contest, pensato e strutturato appositamente per tutti gli appassionati Cosplayer era realizzato in collaborazione con “Cosplay-Planet”, importante community web del settore. La cosplayer Giada “Robin” Pancaccini ha presentato l’intensa due giorni di eventi, con il supporto in giuria di Valentina Bruni e della “special guest” e madrina dell’evento Giorgia Vecchini , aka “Giorgiacosplay”. Volontà degli organizzatori è quella di creare un appuntamento fisso a livello nazionale, per dare risalto all’aspetto ludico del Cosplay che trasversalmente interessa molti degli ambiti cari a PLAY, come i giochi di ruolo dal vivo, i videogiochi e i fumetti.

Il fenomeno Cosplay

Il Cosplay è una passione decisamente originale che porta gli appassionati – i Cosplayer – a realizzare ed indossare costumi e gadgets di personaggi di fantasia, interpretando il loro il modo di agire. Il fenomeno ha avuto origine in Giappone e per questa ragione il personaggio rappresentato viene spesso scelto tra quelli presenti nei manga e negli anime editi nel paese del Sol Levante, ma non è raro che il campo di scelta si estenda ai “tokusatsu”, ai videogiochi, alle band musicali, particolarmente di artisti J-Pop, J-Rock, K-Pop o K-Rock (musica pop e rock giapponese o coreana), ai giochi di ruolo, ai film e telefilm tratti dalle principali strisce di fumetti americani, ai libri di svariati generi e persino alla pubblicità televisiva. Il nome che identifica questa passione nasce dalla fusione di due termini inglesi, ovvero costume e player.