Per diversi mesi, il Loggiato di Piazza Contrari, antistante l’ingresso alla Rocca di Vignola, proprietà della Fondazione di Vignola, ha ospitato un cantiere di restauro conservativo delle decorazioni quattrocentesche presenti sulla facciata degli edifici su cui poggia il portico e della struttura architettonica.

Questi importanti restauri verranno presentati ai cittadini sabato 9 aprile alle ore 16 nella Sala dei Contrari della Rocca. Interverranno il presidente della Fondazione di Vignola, Giovanni Zanasi; il noto attore Ivano Marescotti; Vincenzo Vandelli, Studio Progettisti Associati di Sassuolo, direttore dei lavori al Loggiato; Daniele Mandrioli, Kyklos Studio, Spilamberto, direttore dei lavori alle Sale della Meridiana.

Dovendo intervenire per la risistemazione dell’intera struttura del porticato, in particolare del tetto e dei pilastri che lo sorreggono, la Fondazione di Vignola ha affidato a uno dei più importanti restauratori in Italia, il prof Bruno Zanardi, professore di Teoria e tecnica del restauro presso l’Università di Urbino, l’indagine e il restauro relativi a queste decorazioni rivelatesi di assoluta importanza, giacché rappresentano una testimonianza significativa dell’apparato decorativo che rivestiva pressoché integralmente la Rocca all’epoca della sua edificazione voluta da Uguccione Contrari, nel XV secolo.

Al cantiere hanno preso parte anche otto studenti dell’Università di Urbino Carlo Bo, che hanno così avuto modo di fare esperienza all’interno di un vero e proprio ‘cantiere scuola’, il cui responsabile, è proprio Bruno Zanardi. Il Centro di Documentazione della Fondazione di Vignola ha interagito con gli operatori, fornendo la documentazione fotografica storica, e mettendo a disposizione i risultati delle ricerche svolte in questi anni sulle fonti documentali quattrocentesche.

Si è trattato, nel complesso, di un intervento piuttosto oneroso, giacché destinato ad un edificio vincolato dalla Soprintendenza alle Belle Arti, che ha richiesto l’intervento di manodopera specializzata anche sulla parte architettonica, non solo sugli intonaci dipinti. D’altro canto è compito istituzionale della Fondazione proprio la salvaguardia della Rocca e degli immobili ad essa pertinenti, come i locali acquisiti nel recente passato e oggi divenuti sede degli uffici della Fondazione, del suo Centro di Documentazione e degli spazi delle Sale della Meridiana, adibite a spazi adatti ad ospitare mostre e riunioni di piccoli gruppi di studio o lavoro, anche a seguito di precise segnalazioni da parte di enti e associazioni, che lamentavano la mancanza, a Vignola, di locali idonei all’uso.

Le Sale della Meridiana verranno utilizzate sia dalla Fondazione per proprie iniziative, che cedute a terzi, a titolo gratuito od oneroso, per lo svolgimento di mostre o riunioni. Tali attività comporteranno, sperabilmente, un ulteriore afflusso di persone in centro storico, con ogni conseguente beneficio.

Gli interventi hanno riguardato il completo rifacimento dell’impiantistica e l’adeguamento dei locali, collocati su due piani, per renderli completamente accessibili ai diversamente abili e funzionali rispetto agli usi previsti.

L’intervento invece sulla struttura del loggiato, che ha comportato il rifacimento del tetto e delle travi che lo sorreggono, oltre che un rafforzamento dei pilastri, ha così assunto un valore davvero eccezionale perché completato dai lavori di risistemazione di una facciata che ha riservato interessanti sorprese. Rivestita, originariamente, di intonaci applicati fra il XV e il XIX secolo, e arricchita di una meridiana visibilmente affine a quella che si trova in San Petronio, a Bologna, la parete si è rivelata un singolare documento di vicende storiche distribuite un po’ in ogni epoca, dal Quattrocento in qua. Ad esempio, le indagini sugli intonaci hanno presentato la possibilità, fortemente concreta, che un’antica finestra tamponata sulla stessa parete appartenesse alla chiesa castellana dei Santi Nazario e Celso, per cui lo spazio oggi occupato dal loggiato potrebbe corrispondere a parte della navata dell’edificio religioso abbattuto da Uguccione, che poi fece ricostruire una nuova chiesa praticamente ove adesso si trova l’attuale parrocchiale. I restauri hanno avuto inizio lo scorso agosto con la rimozione di una vasta zona di malte cementizie, verosimilmente appartenenti a lavori effettuati negli anni sessanta.

Liberati in tal modo gli intonaci dalle moderne superfetazioni, si è provveduto a consolidarne l’aderenza al muro, mentre su quest’ultimo venivano operate le stuccature che dovevano risolvere i problemi di soluzione di continuità tra i sassi e i mattoni scoperti per la caduta di brani degli intonaci antichi. Per questi lavori sono stati utilizzati materiali appartenenti alla tradizione, escludendo il cemento nelle malte idrauliche usate per l’adesione degli intonaci, ed evitando malte industriali premiscelate per il lavoro di stuccatura, compiuto con una malta composta di grassello di calce aggiunto di sabbia e coccio pesto . A completamento, l’intervento ha così potuto riguardare il recupero dei resti della decorazione pittorica, che rilievi tecnici hanno confermato essere interamente quattrocentesca. Effettuato con pieno rigore filiologico, gli aspetti più interessanti messi in luce sono la riscoperta di parti prima nascoste della fascia a motivi a girali che confermano la totale estensione della stessa sulla parte, ma soprattutto l’aspetto originario della bandiera nei suoi colori araldici che la riconducono indiscutibilmente alle stemma dei Contrari, feudatari di Vignola dal 1401 al 1575. Le indagini tecniche hanno pure permesso di ricondurre a un medesimo cantiere queste decorazioni e quelle degli affreschi sia interni che esterni della Rocca, compresa, si direbbe, la Cappella, per cui si deve immaginare una bottega di artisti che nei primi decenni del quattrocento avrebbe interamente abbellito l’edificio rinnovato da Uguccione, rendendolo uno spettacolo straordinario, certamente molto diverso da quello che siamo abituati a vedere oggi in sasso e mattoni. Il fatto davvero eccezionale sarebbe costituito dalla conferma – a questo punto assolutamente probabile, in particolare dopo un saggio compiuto con un tassello di pulitura dall’equipe del prof. Zanardi nella Sala delle colombe – dell’origine interamente quattrocentesca della decorazione delle sale affrescate all’interno, perché si configurerebbe come la più ricca testimonianza conservata in Italia, e forse non solo, di una decorazione profana così vasta appartenente a quel secolo. “Queste ultime considerazioni rendono pressoché indispensabile un prossimo intervento di restauro per l’intero gruppo di sale, che per impegno finanziario non potrà comunque che essere dilazionato nel tempo”, informa il presidente della Fondazione di Vignola, avvocato Giovanni Zanasi , e conclude assicurando che “questi futuri lavori di recupero dovrebbero ricondurre gli interni della Rocca ad uno splendore fino a poco tempo fa inatteso, portando, peraltro, la Fondazione di Vignola a raggiungere pienamente l’obiettivo fissatosi di salvaguardia e valorizzazione di un bene che ha il valore di un simbolo per l’intera comunità”.