Il sen. Giuliano Barbolini replica ai consiglieri del centrodestra che parlano “dei troppi extracomunitari che le politiche lassiste e dei privilegi della sinistra hanno richiamato sul nostro territorio”. «Immancabili, a ogni nuova rilevazione sulla sicurezza o sulla qualità della vita, arrivano gli squilli di tromba dei consiglieri Aimi e Leoni. I loro non sono mai commenti pacati e pensosi ma segnali d’allarme, forieri di sciagura per la comunità modenese.

Stesso copione per l’ultima rilevazione, quella pubblicata lunedì scorso dal Sole 24 Ore. Modena risulta al decimo posto nella classifica nazionale dei delitti denunciati, in base a un indice che esprime il rapporto tra delitti e popolazione. Il dato offre ancora una volta lo spunto alle cassandre del centrodestra per puntare il dito contro “i troppi extracomunitari che – secondo Leoni – le politiche lassiste e dei privilegi della sinistra hanno richiamato sul nostro territorio”. Ora, se invece della propaganda, provassimo a usare il buon senso potremmo osservare tre cose:

a) La classifica indica che Modena è una città dove, per cultura e senso civico, i cittadini si fidano dello Stato e sono abituati a denunciare i reati. Il che non vuol dire che a Modena e provincia se ne commettano più che altrove. Se così fosse allora dovremmo trasferirci tutti a Crotone, Avellino o Agrigento, “paradisi” di tranquillità dove – sempre in base alla classifica del Sole – i reati denunciati sono pochissimi;

b) Il primo posto in classifica è occupato da Milano, notoriamente governata dal centrodestra, in Comune e in Provincia; Modena è immediatamente preceduta da Imperia, feudo dell’ex-ministro Scajola, e immediatamente seguita da Brescia, entrambe governate dal centrodestra sia in Municipio che in Provincia (Anche in questi casi la colpa è della sinistra?);

c) Un centrodestra che volesse trarre le giuste conseguenze dai dati del Sole 24 Ore (e avesse veramente a cuore il bene della città) dovrebbe fare una cosa semplicissima: sollecitare il governo amico a dotare le forze dell’ordine che operano a Modena degli strumenti necessari per contrastare efficacemente la criminalità. Provino finalmente a convincere il ministro Maroni (e Tremonti) che le nozze non si fanno con i fichi secchi ovvero, fuor di metafora, che a forza di tagli su uomini e mezzi non si va da nessuna parte, soprattutto quando si tratta di sicurezza».