Il Presidente Gerardina Castagno e il Consiglio d’Istituto del Leonardo Da Vinci, unanimemente, dopo la comunicazione del Dirigente Scolastico Arch. Giuseppe Cotroneo sull’attribuzione delle classi e dell’organico di diritto per il nuovo anno scolastico da parte del dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale (UST) di Modena dott. Gino Malaguti, ESPRIME ALLARME E FORTE DISSENSO sulla proposta di assetto delle future classi che si è profilato. La proposta dall’UST provinciale all’istituto comprometterebbe, secondo il Consiglio, tutti gli sforzi compiuti negli ultimi anni per produrre una didattica di qualità e per consentire il successo formativo al maggior numero di alunni, soprattutto nella fascia dell’obbligo, e impedirebbe per un numero rilevante di studenti di procedere nell’indirizzo di studi prescelto.

*

La dirompente proposta dell’UST al nostro istituto prevede di costituire solo otto classi prime in presenza di 222 studenti iscritti (numero destinato abitualmente a salire ad inizio anno), tra cui due disabili certificati, ciò significa per l’Istituto avere due prime da 25 alunni, ciascuna con un disabile, due da 28 e quattro da 29 alunni! Situazione che si scontra con l’art. 5, comma 2 del D.P.R. 81/09 che stabilisce che, di norma le classi con disabile sono costituite da non più di 20 alunni. Applicando questa norma e i criteri, peraltro molto restrittivi, previsti dal successivo art. 16 del predetto decreto, e rispettando la legge in verità si giungerebbe, da subito, al numero di nove classi a cui si dovrebbero sommare i vincoli previsti dalle disposizioni sulle norme di sicurezza circa la capienza delle nostre aule che porterebbero correttamente al numero minimo di 10 nuove classi prime. Inoltre e non meno preoccupante il diniego all’istituto della richiesta di costituzione di una classe seconda “articolata” (l’unione strumentale FINALIZZATA ALLA DIDATTICA di due diverse specializzazioni) tra Informatica e Biotecnologie Ambientali, e di una classe terza anch’essa “articolata” tra Informatica e Meccanica con le conseguenze nel primo caso di interrompere il percorso della specializzazione di Fisica Ambientale Sanitaria Europea che non potrà trasformarsi nell’indirizzo di “Chimica, Materiali e Biotecnologie”, articolazione Biotecnologie Ambientali, come previsto dalla riforma Gelmini costringendo la scuola a saltare un anno di formazione cambiando tutti i docenti per poi cercarli nuovamente l’anno scolastico successivo quando le nuove scelte degli alunni avranno nuovamente effetto In questo modo si mette seriamente a rischio l’intero indirizzo in tutta Terre d’Argine. Questo indirizzo ha assorbito in questi anni notevoli risorse economiche investite dall’istituto in termini di impegno e di organizzazione scolastica e dal territorio con investimenti della Provincia, della Fondazione Cassa di Risparmio, di istituti bancari e di imprese che hanno creduto in questo progetto formativo se si pensa al costo tecnico di circa 30.000 euro per il solo nuovo laboratorio di Chimica Organica e Strumentale. Non bastasse il precedente quadro organizzativo l’istituto lamenta che la richiesta della classe terza “articolata” tra Informatica e Meccanica, pur essendo nei numeri previsti e nelle condizioni previste dalla legge il blocco dell’UST comporta, nei fatti, impedirà ad almeno 20 alunni e ai loro genitori di scegliere liberamente il percorso formativo prescelto violando l’intima essenza che contraddistingue la scuola pubblica del nostro paese. Con questo scelta negativa si costringerà l’istituto a suggerire come obbligo la scelta tra l’uno o l’altro indirizzo tecnico e cancellando l’alternativa impoverendo l’offerta di diplomati tecnici già estremamente carenti rispetto alle richieste degli imprenditori nel nostro territorio.

(Uff. stampa e comunicazione dell’ITIS Leonardo Da Vinci)