Mercoledì 20 marzo 2011 alle ore 21 al Teatro Herberia di Rubiera chiude la stagione 2010-2011 della Corte Ospitale Giuliana Musso con il primo studio di La città ha fondamenta sopra un misfatto, libero adattamento e libere interferenze civili da Medea. Voci di Christa Wolf, un progetto teatrale di Giuliana Musso, con la collaborazione di Nicoletta Oscuro, con Giuliana Musso, Nicoletta Oscuro, Massimo Somaglino, Riccardo Maranzana, e con Hugo Samek alle percussioni, produzione La Corte Ospitale.

Prima del debutto ufficiale, previsto per l’autunno 2011, La Corte Ospitale presenta al proprio pubblico un primo studio di questo nuovo lavoro della Musso, artista con la quale il centro teatrale con sede a Rubiera collabora continuativamente da oltre tre anni. Dopo aver affrontato il tema della vita nel suo complesso, dalla nascita alla morte, con i suoi tre celebri spettacoli Nati in casa, Sexmachine e Tanti saluti e che hanno accumulato oltre 500 repliche in tutta Italia, Giuliana Musso sente l’esigenza di confrontarsi con un classico, se non nel testo, almeno nella tematica: il mito di Medea. E lo fa con il suo linguaggio e la sua cifra artistica che la rende riconoscibile sui palcoscenici di tutta Italia.

In questa versione di Giuliana Musso, la figura di Medea è riletta da un’angolatura diametralmente opposta rispetto a quella che ci ha restituito il mito di Euripide: non più madre sanguinaria che uccide i propri figli, bensì capro espiatorio della cultura dei padri e della manipolazione e gestione del potere da parte dell’uomo. La rilettura del mito di Medea diviene una riflessione sulle origini delle forme occidentali del potere: il principio della regalità, la centralità della forza, il ruolo della ricchezza. E come già accaduto per Tanti saluti, Sexmachine e Nati in casa, lo spettacolo riverbera in sé accadimenti e riflessioni contemporanee, non ultime le istanze delle donne nella manifestazione di qualche mese fa. Lo scopo della Musso, quindi, è di portare in campo riflessioni concrete che trovino costanti appigli all’oggi e occasioni per riflettere sugli equilibri del maschile e del femminile nella società contemporanea.

C’era una volta un tempo in cui la società era basata sulle donne, vigeva un sistema matrilineare (attenzione, non matriarcale) e non esisteva la sottomissione dei sessi. Non è una favola femminista quella che Giuliana Musso va a raccontare, ma una realtà storica: prima del 4500 a.C. circa il mondo conosciuto non spargeva né riceveva violenza e venerava il culto della Grande Dea: un Dio donna, quasi un’eresia per i successivi tempi cristiani.

Lo studio, nato su invito e suggestione dell’Università Ca’ Foscari di Venezia che ha ospitato ad ottobre la prima fase del lavoro, vede in scena quattro attori e un musicista, impegnati in una lettura scenica con musica eseguita dal vivo, restituiscono al pubblico un testo originario di cui con queste parole parla l’autrice e attrice: “E voi volete davvero ancora sentirvi raccontare la storia di Medea di Euripide? Di quella madre pazza e gelosa che ha ucciso i figli? Volete sentirla declinare in tutti le possibili forme del contemporaneo purché sia la stessa storia? Volete credere che oggi in Italia le donne godono di rispetto e autorevolezza? Che sia un fatto naturale che non vi sia mai stata una donna a capo del governo o della repubblica? Volete credere che “poi però le donne al potere sono peggio degli uomini”? Che una donna ha il dovere di essere bella? Che un uomo mite è una femminuccia? Allora potete anche credere che chi vince la guerra ha ragione. Che mandiamo i nostri ragazzi a morire in guerra perché li amiamo. Che le mani o il membro di un vecchio satrapo come Creonte sul corpo di una ragazzina ancora minorenne la rendano felice. Potete continuare ad adorare l’immagine di un dio maschio e potente che genera un figlio maschio. Se volete potete ancora continuare a pensare che il modello culturale che ha preso in ostaggio le donne e che ci guida verso il baratro sia l’unico possibile.”

Informazioni e biglietteria: Biglietti da 14 euro a 8 euro, prenotazioni presso La Corte Ospitale, Tel. 0522 621133, segreteria@corteospitale.org. Prevendita su www.vivaticket.it. La biglietteria del Teatro Herberia è aperta la sera dello spettacolo a partire dalle ore 20.