Casalgrande e il distretto ceramico è stato al centro dell’incontro svoltosi martedì scorso, intitolato “Cuore Ceramico. Il ruolo di Casalgrande nel distretto del futuro”, con Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale Attività produttive, Franco Manfredini, Presidente di Confindustria Ceramica, Giampiero Lupatelli, vicepresidente del CAIRE, Cooperativa Architetti e Ingegneri, e il sindaco Andrea Rossi e il vicesindaco Stefano Giovannini. E’ stata la seconda assemblea cittadina, molto partecipata, sul tema del Psc (Piano strutturale comunale), che ha l’obiettivo di illustrare le principali novità della progettazione urbanistica di Casalgrande nei prossimi anni.

Per il presidente Manfredini: “Si parla molto di crisi dei distretti, ma io al contrario ritengo che vi siano industrie in crisi nonostante i distretti, poiché essi preservano le imprese dalle disfunzioni del sistema italiano. Nel caso della ceramica, non siamo di fronte a un prodotto che è superato, poiché a livello mondiale il prodotto ceramico per l’edilizia continua a crescere, aumentandone lo spazio di impiego. La delocalizzazione, inoltre, non è applicabile alla nostra produzione. Di fronte alle Cassandre che prevedevano un superamento del distretto, noi siamo di fronte, nonostante la crisi epocale che abbiamo vissuto e che speriamo sia oramai alle spalle, a un settore ceramico che è leader mondiale nelle esportazioni per l’Italia, al secondo posto dopo il segmento della gioielleria. L’indotto legato all’industria ceramica quale l’impiantistica per ceramica, che fa capo a questo distretto, mantiene inoltre la leadership del settore come innovazione. Punto forte della manifattura italiana, l’industria ceramica guarda avanti e rimane una realtà competitiva sul nostro territorio e stiamo recuperando i volumi di vendita mondiali”.

Per il dr. Lupatelli: “Scommettere ancora su una forte caratterizzazione manifatturiera, come sta facendo il comune di Casalgrande attraverso questo Psc, è una scelta in controtendenza con alcune scelte dell’ultimo piano regolatore, prima che partisse la nuova stagione del nuovo Psc degli anni 2000, strumento innovativo che deve essere condiviso dalla comunità. Una scelta che oltre a definire le politiche urbanistiche, ha bisogno di una volontà politica ben determinata”.

Per il sindaco Andrea Rossi: “L’obiettivo del Psc è quello di, parafrasando lo slogan, fare entrare il comune nel cuore dei casalgrandesi, cioè fare riappropriare i cittadini di nuovo e vecchio insediamento di un paese che per storia, vocazione e passato urbanistico non ha delle connotazioni forti tipiche di altre cittadini. Questo legame forte con l’area vasta del distretto ceramico è stato però, negli anni, un grande punto di forza, poiché ha creato benessere diffuso e sviluppo. “Cuore ceramico”, che ha dato il titolo alla serata, sottolinea questa relazione forte con l’industria e l’identità legata alla manifattura, che entra in modo capillare nelle nostre case e nelle nostre famiglie e muove le condizioni socio-economiche e demografiche del territorio. Oggi, non possiamo pensare al futuro di Casalgrande e dell’intero comprensorio ceramico senza affrontare il nodo viabilità e infrastrutture, all’indomani dell’apertura della Pedemontana. L’autostrada, attraverso la bretella Campogalliano-Sassuolo, il terzo ponte sul Secchia e infine il collegamento tra gli scali di Marzaglia e di Dinazzano, sono tre fondamentali step da realizzare nel medio periodo per consentire al territorio di continuare a crescere in competitività e dinamismo, e supportare un sistema industriale, logistico e di cittadini che si muove e produce ricchezza”.

Per l’assessore Muzzarelli: “Occorre ridisegnare una strategia dopo questi tre anni di grande crisi, che non lasciano il Paese e il suo sistema industriale immutato. Quando facciamo un Psc oggi, dobbiamo puntare sulla dimensione della qualità (del paesaggio, della qualità del territorio, dei servizi) dove l’attrattività farà la differenza per i territori. Quando leggo i dati del distretto ceramico vedo che sono positivi, nonostante le difficoltà, pur sapendo che ci sono ancora disoccupati e cassintegrati e occorre fare uno sforzo straordinario per recuperare il lavoro. Il manifatturiero è strategico, perché serve qualcuno che produce e lo innesta con i servizi e il green, creando così il valore aggiunto e marcando la riconoscibilità del territorio, e l’Emilia-Romagna vuole mettersi in gioco in questa dinamica. Inoltre, sottolineo che se vogliamo ragionare di strategie, lo scalo di Marzaglia-Cittanova-Dinazzano è uno scalo unico, poiché non ha senso ragionare con i confini amministrativi, così come occorre fare la Campogalliano-Sassuolo. Abbiamo finanziato il passaggio da distretti produttivi a distretti tecnologici, per qualificare ulteriormente le nostre aziende. Noi siamo contrari a chi delocalizza, ma appoggiamo con convinzione chi internazionalizza, come stanno facendo le aziende ceramiche del distretto”.