«Il piano industriale integrato di S.E.T.A., presentato il 31 maggio alle organizzazioni sindacali di Modena, Reggio Emilia e Piacenza, rappresenta un progetto ambizioso che noi condividiamo ampiamente sia nelle finalità che nel percorso definito con il protocollo tra le Province interessate, i Comuni capoluogo e le aziende di trasporto pubblico locale». Lo dichiara Pasquale Coscia, responsabile delle politiche della mobilità per la segreteria provinciale della Cisl, intervenendo sull’aggregazione tra Atcm (Modena), Act (Reggio Emilia) e Tempi (Piacenza). «Per mantenere e sviluppare il trasporto pubblico locale a costi sostenibili per la comunità, è necessario sviluppare tutte le sinergie che possono scaturire dall’integrazione tra le aziende – continua Coscia – Ora bisogna procedere in tempi rapidi sulla strada dell’aggregazione verso i cosiddetti “bacini ottimali”, che noi riteniamo debbano coincidere con il territorio regionale, e sull’integrazione gomma-ferro, cioè bus e treno». Per il segretario Cisl dall’integrazione delle funzioni e dall’abbattimento drastico dei costi burocratici e amministrativi possono liberarsi risorse da investire per il miglioramento e, possibilmente, l’estensione del servizio offerto; da questo punto di vista la Cisl giudica negativamente l’ipotesi di un taglio, sia pure limitato, dei km attualmente percorsi nelle tre province interessate. «Su questo aspetto del piano industriale chiediamo una riflessione approfondita – dice Coscia – Dopo la presentazione sintetica del piano industriale, è fondamentale proseguire nel confronto con i singoli territori e nel loro coordinamento per discutere tutti i punti e favorire la condivisione dei soggetti interessati».

Un giudizio positivo sul piano industriale nelle sue linee generali arriva anche da Maurizio De Nitto, componente della segreteria provinciale della Fit-Cisl. «Ora serve un confronto a livello aziendale per valutare le ricadute sui dipendenti. A tal fine è fondamentale che il piano non preveda esuberi di personale, ma mobilità interna e riqualificazione. Per la Fit – continua De Nitto – è prioritario accompagnare i vari passaggi per sostenere i lavoratori in questa fase delicata di cambiamento. Ricordo che Atcm ha già avviato un percorso di efficientamento che ha dato buoni risultati, anche dal punto di vista finanziario: in tre anni le perdite di bilancio sono passate da oltre 4 milioni di euro a meno di un milione nell’esercizio 2010. È possibile proseguire su questa strada virtuosa – conclude il sindacalista della Fit-Cisl – solo attraverso la valorizzazione e il riconoscimento delle risorse umane e il rafforzamento delle relazioni sindacali».