I principali risultati della decima rilevazione dell’Osservatorio del settore tessile abbigliamento nel distretto di Carpi promosso, dal 1990, dall’Assessorato Economia-Commercio-Agricoltura-Turismo del Comune di Carpi, saranno presentati questa sera, lunedì 13 giugno, alle ore 20.45, all’Auditorium della Biblioteca Loria, nel corso dell’incontro dal titolo “L’evoluzione del distretto della moda e le prospettive per le pmi”.

L’Osservatorio del settore tessile abbigliamento analizza i cambiamenti strutturali del distretto, attraverso indagini periodiche finalizzate alla raccolta di informazioni non desumibili dalle fonti statistiche ufficiali su un campione statisticamente rappresentativo di aziende. L’Osservatorio analizza sia le imprese che operano per il mercato finale sia quelle di subfornitura, e considera le aziende di tutte le classi dimensionali, con l’obiettivo di ottenere stime attendibili del settore a livello locale.

La decima rilevazione ha preso in considerazione il periodo 2008-2010 e le previsioni 2011, mettendo in evidenza come la crisi internazionale abbia colpito l’industria dell’abbigliamento e il distretto di Carpi. L’impatto della crisi sul distretto appare, tuttavia, meno forte rispetto alla media dell’industria italiana dell’abbigliamento femminile: si evidenzia infatti come il nucleo di imprese emergenti, caratterizzate da marchi e griffe a elevata visibilità, dimostri una capacità di tenuta maggiore rispetto alle altre imprese del distretto.

Nel 2009 il fatturato del distretto di Carpi flette del –7,3%, rispetto all’anno precedente, mentre nella media nazionale, relativa sempre al settore moda femminile, diminuisce del –12,3% (stime di SMI). Nel 2010 il fatturato del distretto mostra un recupero (+4,2%), ma non sufficiente per riportare il valore ai livelli pre-crisi. Le previsioni delle imprese per il 2011 indicano un andamento positivo (+3,8%), anche se in rallentamento rispetto al 2010. Se le previsioni fossero confermate, nel 2011 il fatturato del distretto potrebbe tornare sui livelli registrati nel 2008, anche se dobbiamo tenere presente che il mercato interno è ancora debole.

Analogamente all’andamento nazionale si rileva un recupero, anche se contenuto, del fatturato, e una diminuzione del numero di imprese e di occupati. Nel periodo 2008-2010, le imprese diminuiscono del –8,3% e gli occupati del –7,5%, e le previsioni 2011 indicano una diminuzione di imprese (– 6%) e una contenuta flessione dell’occupazione, nelle previsioni delle imprese locali, entro il –1,6%, mentre le produzioni delocalizzate all’estero mantengono una dinamica rilevante.

I segmenti più deboli della filiera, che subiscono maggiormente gli effetti della crisi, sono rappresentati dalle imprese finali di piccole dimensioni, caratterizzate da una elevata capacità creativa ma dalla mancanza di visibilità sul mercato; e dalle imprese di subfornitura a queste legate, tra le quali numerose sono ad elevata qualificazione e innovazione tecnologica. L’insieme di queste due categorie di imprese concentra la maggior parte delle imprese e dei lavoratori del distretto.

Per entrambe queste categorie di imprese – le imprese finali di piccole dimensioni e le imprese di subfornitura – esiste la necessità di ampliamento dei mercati di sbocco e di promozione dei prodotti e delle proprie specializzazioni. Fra queste, vi sono numerose imprese competitive, ad elevata creatività e con ottime competenze tecniche e tecnologiche, che producono prodotti di qualità elevata, e che, malgrado questo, individualmente, non hanno la forza di ampliare i mercati di riferimento. Le forme di aggregazione fra imprese possono rappresentare uno strumento importante per superare alcuni limiti della dimensione aziendale, ma ciò di cui le aziende hanno bisogno è un sistema paese in grado di sostenerne efficacemente la promozione sui mercati esteri.

Il distretto di Carpi sta affrontando una sfida difficile. Le strategie per competere sui mercati internazionali possono essere molto diverse fra loro, come numerosi casi di successo dimostrano. Il sistema deve puntare sul mantenimento delle funzioni di stile, produzione e commercializzazione, per sostenere la filiera produttiva che ha grandi capacità di innovare il prodotto e di alimentare il valore del made in Italy.

Le difficoltà presenti sul mercato interno e il ritardo delle piccole imprese nell’agganciare la ripresa internazionale, richiedono alle piccole aziende locali, alle istituzioni, e ai soggetti che programmano sul territorio una nuova progettualità. Alcuni obiettivi condivisi potrebbero rappresentare il terreno sul quale innestare una reazione attiva all’evoluzione del contesto esterno, e fra questi si ritengono determinanti il sostegno all’internazionalizzazione commerciale delle piccole imprese e la ricerca di nuovi mercati esteri di sbocco; la valorizzazione della filiera che produce prodotti italiani di qualità, rappresentata da una subfornitura qualificata e competente; il mantenimento della capacità creativa e di innovazione del distretto attraverso un forte investimento sulle risorse umane, rappresentate da una prevalente componente femminile, dai giovani e da una diffusa imprenditorialità.