Un altro tassello della straordinaria storia della Rocca Rangoni a Spilamberto è stato aggiunto in questi giorni. Al piano terra, nascosto da un muro di mattoni pieni fatto costruire dal marchese Rangoni nel XX secolo, un saggio esplorativo ha fatto riemergere la presenza di un antico forno dimenticato. La costruzione, che occupa un vano di circa 1,5×2 m, presenta un impianto pressoché circolare in laterizio, con una bocca di ingresso ad arco a sesto leggermente ribassato.
Come segnalato dagli architetti Laura Balboni e Paolo Corradini – presenti durante le operazioni di rimozione condotte dalla squadra manutenzione del servizio Lavori Pubblici del Comune di Spilamberto- il forno si inserisce in un più ampio sistema di ambienti destinati al complesso funzionamento della cucina del palazzo, nei quali tuttora sono conservate numerose tracce dell’antico uso, ricordato dalle fonti archivistiche del settecento. Se dunque più volte la Rocca è stata al centro degli studi per i suoi rilevanti aspetti architettonici e decorativi – ultima occasione l’inaugurazione della corte d’onore con il disvelamento delle architetture dipinte sulle sue pareti – il ritrovamento ribadisce ulteriormente la profonda ricchezza documentaria che i suoi antichi muri ancora custodiscono, offrendo nuovi stimoli per raccontare i modi in cui funzionava ed era vissuta una residenza nobiliare del contado emiliano.
L’ispezione rientra all’interno delle operazioni che l’Amministrazione sta conducendo per la predisposizione di un secondo progetto di restauro per cui verrà fatta una domanda di contributo all’interno del programma rurale integrato provinciale di Modena 2007-13 – misura 313 dal titolo “Incentivazione delle attività turistiche” (curata dall’associazione temporanea formata dagli architetti Terenzoni, Balboni, Cavalli, Corradini, Penazzi, Architetti Vincenzo Vandelli, Domenico Biondi e Progettisti Associati), finalizzata al restauro dell’ambiente seminterrato nel lato nord, da destinare a spazio per un laboratorio dimostrativo che farà parte del Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto (che verrà appunto collocato in Rocca).

