Anche Modena si prepara, dunque, ad entrare nella Rete Italiana BioBanche Oncologiche (RIBBO). Grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che ha concesso un cospicuo finanziamento al Progetto COMETA, all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena ed all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia al Policlinico troverà posto la BioBanca Modena (BBM), una struttura destinata a raccogliere e conservare campioni di tessuti neoplastici donati direttamente e volontariamente dai pazienti che verranno sottoposti ad intervento chirurgico presso il Policlinico.

“Per comprendere i meccanismi molecolari che regolano il comportamento biologico delle cellule neoplastiche e riuscire a contrastarli con l’applicazione di terapie mirate, – spiega il prof. Antonino Maiorana, docente di Anatomia Patologica all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e responsabile della BBM -diventa necessario potere disporre di ampie casistiche di campioni biologici, rigorosamente correlati a dati epidemiologici, anatomo-patologici e clinici di ogni tipo di tumore umano”.

I tessuti neoplastici conservati nelle biobanche costituiscono un elemento essenziale per l’acquisizione di conoscenze ed informazioni in questo campo; l’applicazione di nuove tecnologie molecolari a casistiche selezionate di neoplasie, ottimamente caratterizzate dal punto di vista immunofenotipico, genomico e corredate di accurato follow-up, può rivelarsi fondamentale per studiare e comprendere le complesse cause delle malattie oncologiche, permettendo sia di predisporre nuovi e più accurati test diagnostici, in grado di identificare meglio e più precocemente la neoplasia, che di realizzare trattamenti farmacologici “personalizzati” basati sul profilo genetico del paziente.

La BBM e’ situata al piano terra del Centro Oncologico Modenese (C.O.M.) e consta di tre locali, dei quali il primo (“camera di gestione”) è adibito ad accettazione del materiale biologico con acquisizione ed elaborazione dei dati clinico-patologici relativi ad ogni neoplasia. Nel secondo locale (“camera ultrafreezer”), di 32 mq, si trovano ultrafreezer in cui sono conservati frammenti di tessuti neoplastici e campioni di acidi nucleici precedentemente estratti dai criocontenitori e processati. L’ultimo locale (“camera criocontenitori”) misura circa 31 mq ed e’ caratterizzato dalla presenza di due criocontenitori a vapori di azoto liquido, nei quali i campioni biologici verranno mantenuti alla temperatura di -170°C, temperatura ritenuta ottimale per il mantenimento dell’integrità degli acidi nucleici per un periodo di tempo di parecchi anni. Un sofisticato sistema automatizzato permette il trasferimento dell’azoto liquido da un serbatoio, situato all’esterno della BBM, ai criocontenitori, garantendone il costante riempimento fino al livello ottimale. Ogni criocontenitore ha una capacità di circa 30.000 crioprovette tale da garantire lo stoccaggio di campioni per un periodo di 5-6 anni. La BBM, guardando al futuro, è stata progettata in maniera tale che i locali e l’impianto di distribuzione dell’azoto liquido siano in grado di accogliere fino a 5 criocontenitori e garantire così – a regime completo – lo stoccaggio di campioni per almeno i prossimi 25 anni.

“Ogni paziente – si affretta a chiarire il prof. Antonino Maiorana – sarà opportunamente informato, prima dell’intervento, dal chirurgo che lo ha in carico sugli scopi e le finalità della BioBanca e gli verrà consegnato un foglio informativo con le spiegazioni dichiarate dal chirurgo. Solo dopo verrà invitato a sottoscrivere un dettagliato consenso scritto alla donazione. A questo punto i campioni chirurgici prelevati vengono esaminati da un medico anatomo-patologo, che effettua i prelievi tessutali destinati ad essere stoccati nella BBM, dopo essersi assicurato che l’esecuzione di ogni prelievo non pregiudichi in alcun modo le successive diagnosi e stadiazione istopatologiche di ogni neoplasia. Tutti i campioni sono conservati a temperature estremamente basse. Nello specifico, sono applicati due sistemi di criopreservazione: 1) in criocontenitori a vapori di azoto liquido, alla temperatura di -170°C; 2) in ultrafreezer, alla temperatura di -80°C”.

Decisivo alla sua realizzazione l’apporto fornito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena che per il Progetto COMETA ha destinato la somma di 250.000 euro, impiegati per l’acquisto delle attrezzature.

Complessivamente l’approntamento della struttura con arredi e sistemazione dei

locali è costato 700.000 euro, integrati con fondi messi a disposizione dal Policlinico.

“Per la Fondazione è motivo di grande soddisfazione aver contribuito alla nascita di una nuova struttura di fondamentale importanza, che consentirà di inserire il Policlinico di Modena in una rete nazionale e di condividere informazioni e conoscenze utili per la ricerca in campo oncologico – commenta il Presidente prof. Andrea Landi -. L’acquisto di attrezzature collegate a progetti di ricerca è soltanto una delle forme in cui si esplicita l’impegno della Fondazione a favore della ricerca scientifica. I nostri obiettivi principali sono favorire l’inserimento dei giovani nella ricerca, costruire sinergie tra il mondo della ricerca e il territorio di riferimento della Fondazione, includere la ricerca modenese nel quadro nazionale e internazionale”.

In questi ultimi anni l’interesse verso le biobanche oncologiche è notevolmente cresciuto nelle comunità e sta portando alla costruzione di imponenti depositi di materiale biologico tumorale, spesso con valenza provinciale, che cominciano ad essere inserite in una rete nazionale ed europea. Nell’ambito del Settimo Programma Quadro dell’Unione Europea e’ stata creata la BioBanking and BioMolecular Resources Research Infrastructure (BBMRI), una ambiziosa infrastruttura che raccoglie le banche di ricerca a livello pan-europeo, con lo scopo di mettere in comunicazione le biobanche presenti nei singoli stati dell’Unione, valorizzandone l’eccellenza scientifica e promuovendo l’elaborazione di standard tecnologici ed etico-legali comuni. La normativa nazionale e lo sviluppo di biobanche oncologiche italiane sono in fase di evoluzione. Il “Piano Oncologico Nazionale 2010/2012”, emanato dal Ministero della Salute nel Gennaio 2010, sottolinea il ruolo decisivo che una rete di biobanche italiane può rivestire nello sviluppo di una strategia nazionale sulla ricerca oncologica; in questo contesto si inserisce anche la creazione della RIBBO (Rete Italiana BioBanche Oncologiche), alla quale già partecipano 14 Unità Operative, mentre 6 sono collaboranti.

“Nella realizzazione di questa struttura – dice il direttore Generale del Policlinico dottor Stefano Cencetti – abbiamo rivolto un pensiero particolare a quanti ancora soffrono per l’insorgere di tumori. A loro i nostri professionisti vogliono dedicare tutto il loro impegno di medici per fornire cure appropriate, che non possono prescindere dalla ricerca. In questo abbiamo trovato interlocutori sensibili soprattutto nella Fondazione Cassa di Risparmio di Modena che ha compreso la strategicità di questa struttura che poniamo al servizio non solo dei nostri ricercatori ma di tutta la rete nazionale ed internazionale della ricerca sanitaria in campo oncologico. Modena è la seconda realtà emiliano-romagnola a poter avvalersi di una BioBanca. Un altro aspetto che ci ha visti molto attenti riguarda la questione del consenso informato per la cessione dei campioni di tessuto che andranno ad arricchire questa BioBanca, preoccupandoci di salvaguardare quegli aspetti di privacy necessari ad avere adesioni convinte da parte dei malati”.

Nella BBM sono implementati diversi sistemi di controllo:

– Controllo del personale che accede alla BBM. Il personale che entra nella camera di gestione e nella camera ultrafreezer viene identificato mediante badge; un secondo badge e’ necessario per l’accesso del personale nella camera criocontenitori. In aggiunta, un sistema di monitoraggio mediante telecamere permette una ulteriore identificazione del personale che accede alla camera criocontenitori e alla camera ultrafreezer e del tempo di accesso.

– Controllo delle apparecchiature della BBM. Vengono effettuati: a) controllo dei livelli di azoto liquido nei criocontenitori con riempimento automatico al di sotto di un determinato livello; b) controllo della temperatura interna in ogni criocontenitore. Le fluttuazioni dei parametri relativi alle temperature interne nei criocontenitori e negli ultrafreezer sono sottoposti a monitoraggio continuo e automatizzato, con sistemi di allarme che si attivano in caso di sforamento. I dati sono registrati nella camera di gestione e vengono anche inviati in uffici al IV piano del C.O.M. In caso di allarme vengono attivati anche la reception dell’edificio C.O.M. e il personale che lavora nei laboratori di biologia molecolare al IV piano; vengono, inoltre, inviati messaggi di allerta ai cellulari del personale afferente alla BBM e al personale della società che gestisce il servizio di sorveglianza all’interno del Policlinico.

– Controllo del materiale archiviato nella BBM e dei dati clinico-patologici ad esso correlati. I dati relativi ai campioni di materiale oncologico sono gestiti da un sistema informatico che prevede la presenza di una applicativo centrale per la memorizzazione di tutte le informazioni relative allo stoccaggio e ai dati clinico-patologici e di follow-up di ogni paziente. Ogni frammento di materiale archiviato e’ contrassegnato con un sistema di codici a barre che ne consente l’archiviazione in garanzia dell’anonimato del paziente donatore.

Insieme al prof. Antonino Maiorana la struttura si reggerà sulla collaborazione prestata dal prof. Francesco Rivasi, Direttore della Struttura Complessa di Anatomia Patologica, dalla biologa dott. ssa Stefania Bettelli e dal capo-tecnico Sig, ra Elisabetta Mattioli, nonché sulla supervisione di un Comitato tecnico-scientifico.

“La nascita della BioBanca – afferma il Rettore prof. Aldo Tomasi – sta ad indicare l’impegno posto dai nostri ricercatori per l’avanzamento di quelle conoscenze in campo oncologico che possono consentire di accelerare la scoperta di terapie efficaci a combattere queste gravi patologie. Il Dipartimento di Oncologia, Ematologia e Malattie dell’Apparato Respiratorio è una delle punte avanzate del Policlinico quanto a ricerca clinica, che oggi attraverso la BioBanca può attingere ad un serbatoio prezioso di materiali su cui compiere indagini multidisciplinari utili a rivelare i meccanismi ed i segreti dello sviluppo dei tumori”.