Il POIC di fatto in questi mesi si è ridotto ad uno scontro continuo di interessi: ciascuno legittimo, e giustamente invocato, ma come sempre dalla visione limitata e di parte. Sono stati dette molte parole di verità: la richiesta di una moratoria per attendere segnali dal mercato, fatta da Confcommercio, ha una logica, e un buonsenso da valutare. Quello che però non è avvenuto è una reale messa in discussione dell’equilibrio del mercato attuale, perché questo sarebbe stato compito della Provincia, che non dovrebbe essere di parte, pur ascoltando tutte le parti. 100 metri in più o in meno di area commerciali non hanno significato, se poi vengono assegnate ai soliti.

Con Effetto Modena si è parlato di stati generali della città: in questo cammino avrebbero dovuto trovare posto anche gli stati generali del commercio, uno spazio serio di riflessione, preventivo al POIC, su area vasta, non solo a livello cittadino, per discutere seriamente di concorrenza, di equilibrio non solo dell’offerta merceologica, ma anche concorrenziale.

Una strada che non si è intrapresa perché? Forse per non sentirsi dire che la grande distribuzione a Modena è in mano a pochi, ad esempio. Ma la crisi dovrebbe invece portare la città a vedere di buon’occhio tutto quanto porta lavoro, concorrenza, prezzi migliori. E soprattutto investimenti.

Tutto questo avrei voluto vedere in preparazione al POIC, che invece alla lunga è diventato una contrattazione continua sui metri, sul singolo insediamento, dove la Provincia non è stata capace di guidare le scelte, di mediare, ma solo di fare da paciere.

(Avv. Luca Ghelfi, Consigliere provinciale – PDL)