“Per noi l’attività agricola non può essere in alcun modo considerata subalterna, pertanto riteniamo che di fronte al problema costituito dai lupi, in montagna ma ormai anche in un territorio più ampio, serve uno stretto rapporto di collaborazione tra i soggetti interessati per affrontare i problemi che alla presenza del lupo sono connessi”. E’ il pensiero di Francesco Zambonini, responsabile per le attività venatorie della Cia di Reggio Emilia.

“E’ indubbio che il lupo sia arrivato agli onori della cronaca per le sue predazioni negli ultimi tempi in un’area molto vasta della Provincia di Reggio Emilia –aggiunge-. Tale situazione non è altro che il naturale irraggiamento su un territorio ricco di selvaggina e in assenza di antagonisti. Con questa realtà pertanto ci dobbiamo confrontare, ma il problema si sta rilevando di non facile soluzione”.

“Siamo molto preoccupati –afferma ancora Zambonini- dalle predazioni che sono avvenute nel corso dell’anno 2011 agli allevamenti di pecore e altri animali da reddito, in territori molto antropizzati e distanti dall’area del Parco Nazionale. Altrettante preoccupazioni crescono nel constatare le difficoltà reali nel realizzare validi interventi di prevenzione che diano garanzia agli allevatori, e da parte nostra dobbiamo rimarcare pure le difficoltà per gli iter burocratici presso gli enti competenti per avere il riscontro del danno e il relativo indennizzo”.

“Non possiamo permetterci di sottovalutare il problema –aggiunge-, forse abbiamo perso anche troppo tempo, le esperienze positive esistono di come affrontare il tema, dobbiamo portarle sul territorio, anche al di fuori del Parco Nazionale. Quando parlo di esperienze pensiamo alle opere di prevenzione (recinti) ma anche alle modalità di risarcimento dei danni stimati agli allevatori: questi non possono avere sul territorio provinciale due pesi e due misure diverse nella liquidazione dei danni”.

Riteniamoo fondamentale –afferma in conclusione Zambonini- alla luce di quanto enunciato uno stretto rapporto di collaborazione fra i soggetti interessati a tali problematiche: Ente Parco, Associazioni Agricole; Assessorato Agricoltura e Assessorato Caccia provinciale, ATC4 e ATC 3, Servizi veterinari AUSL. La Cia chiede quindi di convocare urgentemente i soggetti interessati per mettere in piedi il percorso utile al fine di dare quelle risposte che ci vengono richieste dagli allevatori”.