L’Osservatorio Provinciale Appalti Pubblici, nei giorni scorsi ci ha fornito, tra gli altri, dati sull’andamento del settore delle costruzioni. Il dato riferito agli “assicurati”, cioè ai rapporti di lavoro subordinato, dei primi tre mesi del 2011, segnalano che il saldo tra Assunzioni e Cessazioni nei comparti delle costruzioni e del legno, a Modena è pari a – 1.306 unità.

Di fronte a questo tracollo occupazionale, che si somma agli oltre 4.000 posti di lavoro persi nel triennio precedente sempre nel comparto costruzioni a Modena, avevamo chiesto provvedimenti per rilanciare gli investimenti su infrastrutture prioritarie, difesa del territorio e recupero urbano, trasparenza e legalità nel mercato, e soprattutto più regolarità nel lavoro. La risposta del Governo è stata zero investimenti e una mazzata definitiva agli enti locali che bloccherà ulteriormente investimenti e pagamenti, il ripristino tardivo e insufficiente di norme sulla tracciabilità che così definite sono inefficaci in un settore frammentato e con alta propensione all’evasione fiscale, ed un ennesimo intervento ideologico e a gamba tesa sull’autonomia delle parti sociali e sulle relazioni industriali in direzione dell’attacco al contratto nazionale, che in un settore come l’edilizia è l’unica garanzia di regolazione del mercato. In un settore dove si licenzia per fine cantiere, dove i subappalti fanno esplodere ogni forma di evasione ed elusione, di lavoro nero e grigio, di falso lavoro autonomo e di caporalato, abbiamo forse bisogno di aumentare la flessibilità in uscita? E’ questo il bisogno delle imprese sane per vincere la concorrenza di quelle illegali? Come sindacato del settore delle costruzioni sappiamo che non è così e certamente lo sa anche il ministro Sacconi, troppo accecato dal furore ideologico per ammetterlo. Questi dati poi, fanno il paio con la crescente difficoltà delle imprese sul versante del credito e della liquidità. Le banche sembra che abbiano smesso di credere nella funzione strategica del comparto, chiudendo linee di credito e imponendo repentini rientri che, in questa fase, stanno determinando, oltre alla crisi di diverse aziende, (500 aziende hanno chiuso nei mesi passati secondo dati Confindustria Ance) anche ritardi ormai insopportabili, nel pagamento dei salari dei lavoratori ancora in forza.

Di fronte a questa situazione assistiamo ad una manovra pesante per il paese e vuota di risposte per il settore delle costruzioni. Come Fillea-Cgil di Modena ci aspettiamo coerenza nei giudizi e nelle azioni conseguenti da parte di quelle associazioni datoriali che spesso hanno condiviso con noi analisi e proposte, per quanto ci riguarda, tenendo aperto il filo del confronto con Cisl e Uil, questa manovra va contrastata con ogni mezzo e con tutti gli strumenti di mobilitazione di cui disponiamo, nessuno escluso.

(Fillea/Cgil Modena)