L’assessore Sassi ha avviato una discussione per aumentare l’addizionale Irper nel comune di Reggio Emilia al fine di sostenere lo stato sociale della città; diciamo subito che siamo contrari a questa ipotesi come è stata prospettata e il rimedio che l’ex vicesindaco Ferretti auspica, di aumentare la fascia di esenzione se aumento ci deve essere, diventa non equa ed economicamente non sostenibile.

Sarebbe buona la proposte del segretario del PD Ferrari, di reintrodurre l’ici su quel 40% di case di lusso rese esenti dal governo Berlusconi, ma vista la scarna opposizione che il PD fa in parlamento, dubitiamo che questo possa accadere.

Cosa occorre fare, allora, per recuperare risorse e continuare a tenere uno standard di qualità nell’ambito sociale in città?

Per prima cosa va contrastata questa finanziaria facendo tutti “massa critica” nel denunciare le “atrocità fiscali” che questo Governo intende portare avanti e, contemporaneament, attrezzarsi in ambito locale a svolgere una severa e ferrea lotta all’evasione fiscale.

Il comune di Reggio Emilia (caso simile per tutti gli altri comuni della regione) con questa manovra registra un’ulteriore decurtazione di risorse statali, che vengono dopo quelle già previste ed approvate alcuni mesi fa.

L’impossibilità, imposta della legge, di applicare l’addizionale comunale progressiva sui redditi per un’equa tassazione, pone i comuni a scegliere un aumento uguale per tutti (poveri e ricchi) o ad un’esclusione totale dell’addizionale per i redditi medi.. e allora, ecco le nostre due proposte.

1. I comuni dell’Emilia Romagna, tramite l’Anci regionale, devono stipulare un protocollo d’intesa con la regione Emilia Romagna che preveda: un aumento dello 0,2% di addizionale regionale sui redditi superiori a 70.000 euro; le somme introitate dalla Regione con questo provvedimento, successivamente dovranno essere stornate, quota parte, ai comuni della regione.

Questa operazione risolverebbe il problema che i comuni hanno di aumentare in quota fissa l’addizionale sia sui redditi bassi che su quelli alti e in caso di esenzione con un limite troppo alto, il provvedimento diventa inefficace.

Stipulando questo patto tra Comuni e Regione Emilia Romagna si tasserebbero solo i redditi alti è verrebbe messa in atto la progressività della tassazione che la nostra costituzione prevede (vedi note sotto sulla progressività prevista attualmente dalla Regione Emilia Romagna).

2. I comuni con la possibilità di segnalare all’agenzia delle Entrate l’evasioni fiscali consumata nel proprio territorio, oggi, riesce a recuperare il 50%, dell’evaso recuperato dal fisco.

Ma qual’ora il comune non partecipa al recupero dell’evasione in quanto l’evasione viene scoperta dalla Guardia di Finanza o dall’Agenzia delle Entrate non percepisce assolutamente nulla, tutto viene incamerato dallo Stato.

Noi crediamo che i Sindaci con proprie ordinanze (e regolamenti comunali) posso prevedere delle sanzioni a mo’ di rimborso per la quota di addizionale che il comune non ha percepito in quanto si è consumata una evasione fiscale. Una serie di sanzioni progressive che facciano recuperare ai comuni “il mal tolto” alla comunità dagli evasori.

Il sindaco Delrio, vice presidente dell’Anci, può farsi carico di queste due proposte innovative che vanno verso la giustizia sociale e l’equità tra i cittadini. Staremo a vedere.

Donato Vena (Seg. Prov. dei Comunisti Italiani – Federazione della Sinistra)

_____________________________________________________________

ADDIZIONALE REGIONALE

Le aliquote dell’addizionale regionale all’IRPEF dell’Emilia Romagna prevede 4 fasce:

1,1% sui redditi non superiore a 15.000 euro;

1,2% sui redditi compresi tra 15.001 euro e 20.000 euro;

1,3% sui redditi compresi tra 20.001 euro e 25.000 euro;

1,4% sui redditi superiore a 25.000 euro.

Una volta individuata la fascia di reddito di appartenenza l’aliquota si applica sull’intero reddito imponibile e non per scaglioni come l’Irpef.